Buon compleanno Travis Barker – Il batterista che ha segnato la storia del punk rock
Oggi, 14 novembre 2023, il celebre batterista dei Blink-182 spegne 48 candeline e, per l’occasione, ripercorriamo la sua brillante carriera approfondendo la strumentazione che contraddistingue da sempre il suo sound unico.
Biografia di Travis Barker
Travis Landon Barker nasce a Fontana (California) il 14 novembre 1975. La passione per la musica lo travolge sin da bambino, quando, all’età di 4 anni, riceve la sua prima batteria. Appena un anno dopo intraprende lo studio della batteria jazz (e anche della tromba) con il maestro Ed Will.
Un evento che segna fortemente la sua adolescenza è la morte della madre alla vigilia del suo primo giorno di superiori. Ciò rappresenta per lui lo stimolo per continuare lo studio della batteria, proprio perché la madre credeva fortemente nel suo talento e nelle sue potenzialità.
È durante il periodo dell’high school che si approccia, per la prima volta, alla musica d’insieme, diventando il batterista della sua prima band: i Feeble.
Al termine della scuola, prende parte, sempre nelle vesti di batterista rock, alla formazione di band già affermate nella scena punk californiana come i Suicide Machines e gli Aquabats.
L’approdo ai Blink-182
Proprio con gli Aquabats, nel 1998, Barker si presenta come spalla per il tour dei già noti Blink-182. In tale circostanza Tom DeLonge e Mark Hoppus (due dei membri fondatori della band californiana) chiedono a Barker di sostituire Scott Raynor (primo batterista della band) in alcune date del tour. I due restano estremamente colpiti dalle doti che il batterista mette in mostra durante i live e, poche settimane dopo, gli propongono di entrare a far parte stabilmente nella formazione della band.
Il batterista partecipa alla realizzazione del terzo album in studio dei Blink-182, chiamato Enema of the State, contenente i singoli What’s My Age Again?, All the Small Things e Adam’s Song che hanno condotto la band al successo in tutto il globo. Nel 2001 esce il disco Take Off Your Pants and Jacket, con cui il gruppo consolida lo stile proposto nel disco precedente.
In seguito a quest’ultimo progetto, i componenti della band californiana intraprendono un periodo di pausa e, Barker, decide di dedicarsi alla formazione di progetti alternativi, come il gruppo Transplants, con i noti artisti Tim Armstrong e Skinhead Rob e la band Box Car Racer (con lo stesso Tom DeLonge, leader dei Blink). Nel 2003 Barker torna in studio per registrare Blink-182, l’album del gruppo omonimo (contenente la hit Miss you), che vanta della partecipazione di artisti del calibro di Robert Smith, frontman dei The Cure. Questo disco rappresenta il raggiungimento di una maturazione artistica e personale dei componenti del gruppo che propongono sonorità più elaborate e testi con significati profondi e complessi.

Tom DeLonge, Travis Barker e Mark Hoppus nel 2004 al Teen Choice Awards agli Universal Studios
Nel febbraio 2005, dopo un discreto periodo di inattività, il gruppo rende ufficiale lo scioglimento che sarà, però, solo temporaneo, perché, nel febbraio del 2009 il trio annuncia il ritorno di fiamma in diretta mondiale sul palco dei Grammy Awards.
Dalla reunion ad oggi, la band rilascia 4 dischi, di cui l’ultimo, One more time…, nello scorso ottobre.
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Collaborazioni eclettiche
Oltre l’esperienza condivisa con i Blink-182, Travis Barker può vantare di diversi progetti con artisti importantissimi, non solo appartenenti all’ambiente punk-rock americano. Partendo dalla musica pop, passando dall’hip hop, fino ad arrivare alla musica trap-metal, ha collaborato alla produzione e alla registrazione di album con Avril Lavigne, DJ AM, Ghostemane, Kanye West, Suicideboys, Machine Ggun Kkelly e, nel disco Hellvisback, con il rapper sardo Salmo.
Non mancano le collaborazioni in performance live come quella al Justice Tour di Perry Farrell durante la quale si esibirono, oltre a Barker, Tom Morello, Slash, Dave Navarro, Flea e molti altri.

Travis Barker durante il concerto dei Blink-182 al Mohegan Sun Casino
Lo stile di Barker
Barker continua ancora oggi ad essere fonte di ispirazione per molti batteristi. Ha una tecnica sofisticata che si struttura su una profonda conoscenza dei rudimenti ed è il modo in cui li scompone sull’intero drum set, incastrando gli accenti tra rullante e ride, che gli ha consentito di caratterizzare fill originalissimi e ritmi che hanno segnato il suo genere.
Questo stile, proposto dal batterista, viene esaltato all’interno dei riff e nel suo groove, in cui la costante alternanza di colpi accentati e ghost notes consente all’ascoltatore di percepire chiaramente le differenze di dinamica presenti tra strofa e ritornello, nonostante l’impronta punk del batterista.
La padronanza delle dinamiche è legata, soprattutto, alla scelta della componente specifica della batteria che viene colpita per eseguire l’accento. Questo si può notare nel bridge del brano Feeling this in cui Barker sceglie di usare l’hi-hat chiuso e di spostare alcuni colpi di rullante su di una campana, creando una traccia non estremamente invasiva.
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Infine, durante ogni esibizione dal vivo, spicca per la sua notevole presenza scenica e offre frequentemente spettacolari assoli acrobatici e creativi, che catturano l’attenzione del pubblico.
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La strumentazione
Le sonorità delle percussioni nei dischi e nei live di Travis Barker sono certamente legate ad un attento studio della strumentazione selezionata.
Il drum kit e tanto altro
Come gran parte dei batteristi punk, anche Travis Barker utilizza set di tamburi minimal.
Sono molteplici i set che nel tempo ha utilizzato, dunque ci occuperemo di analizzare solo quelli più iconici.
Nel 2005 ha letteralmente consumato la sua originalissima Type 4 Glow Stick Green Acrylic dell’OCDP (Orange County Drums & Percussion), le cui dimensioni dei fusti sono:
- 10″×12″ Tom
- 14″×16″ Timpano
- 22×24″ Cassa
- 6.5″x14″ Rullante modern classic
- 5″×10″ Rullante ausiliario
Nel 2013 usa ancora un kit in acrilico della OCDP, di cui è endorser, ma questa volta i fusti sono di colore bianco-nero:
- 6″×12″ Tom
- 14″×16″ Timpano
- 22×22″ Cassa
- 6.5″x14″ Rullante in ottone
- 7″×10″ Rullante ausiliario
Non mancano però le performance con drum set in acero, ovviamente firmati OCDP.
Per quanto riguarda le meccaniche, utilizza il pedale per grancassa DW 5000TD4.


Sono iconiche le sue bacchette: Zildjian Travis Barker Signature Series bianche. Queste sono state ideate dalla Zildjian appositamente per Travis in quanto consentono, a chi le usa, di ottenere un perfetto bilanciamento tra potenza ed equilibrio.
Ovviamente non sono state prodotte solo in tonalità all white, ma sono presenti sul mercato anche con verniciatura nera e prive di verniciatura, con il pattern tipico del legno lavorato.




Le membrane
Come si può ben intuire, Barker ha eseguito un’attenta sperimentazione riguardo le membrane dei suoi tamburi per ottenere sonorità ricercate.
Andiamo quindi ad analizzare le membrane principalmente utilizzate dal batterista:
- Tom: Remo Emperor Coated (battente), Remo Ambassador Coated (risonante)
- Rullante: Remo Emperor X Coated (battente), Remo Ambassador Snare Side (risonante)
- Rullante ausiliario: Remo Emperor Coated (battente), Remo Ambassador Hazy Snare Side (risonante)
- Grancassa: Remo Powerstroke Pro (battente), Remo Powerstroke P3 (risonante)




La selezione delle pelli del batterista rappresenta una scelta ottimale per le sue caratteristiche. Le doppie membrane di cui sono composte garantiscono una grande resistenza e sono, quindi, perfette per chi ci va giù pesante.
Gli altri kit impiegati da Barker non si discostano eccessivamente da quello oggetto di analisi. È opportuno sottolineare che il batterista monta anche pelli bianche lisce e pelli Remo Starfire.


I piatti
Barker, in studio, ha fatto uso di una enorme varietà di piatti Zildjian, troppi per essere elencati.
Ma il set di piatti usato principalmente nei live è il seguente:
- Zildjian 14” A Quick Beat Brilliant Hi-Hats
- Zildjian 18″ A Custom Projection Crash
- Zildjian 19″ A Custom Crash
- Zildjian 18” Oriental China
- Zildjian 21” Sweet Ride
- Zildjian 10″ A Custom EFX Splash




Non si può certamente dire che Travis Barker sia particolarmente affezionato ad uno specifico set di piatti, ma pondera la scelta in base allo stile da dover presentare e alle sue sensazioni riguardo una specifica esibizione.

Travis Barker live a Praga, 2014
Alcune componenti dei suoi set sono praticamente insostituibili, come il mitico sweet ride da 21 pollici della Zildjian.
Con questo piatto viene prodotto quel suono pulito e nitido che spicca all’interno di tutti i ritornelli suonati dal batterista dei Blink-182 e che rappresenta un vero e proprio marchio di fabbrica.


Conclusioni
Nonostante l’approccio “rude” che lo caratterizza (e che spesso comporta non poche critiche), Travis Barker ha sfondato il panorama della musica mondiale, entrando con prepotenza nei cuori di tutti coloro che amano il punk rock.
Tutto ciò che appartiene allo spirito del punk è contenuto dentro al suo estro e, di conseguenza, all’interno del suo groove memorabile. Ciò ha portato l’artista nell’olimpo della musica, in cui resterà per sempre.
Per qualsiasi batterista cresciuto, artisticamente, post anni ‘90 sarebbe surreale non aver mai provato a prendere spunto dalla tecnica di Barker, dalle sue movenze, dai suoi riff di batteria e dalla sua attitudine sul palco.
La varietà stilistica presente nei brani che portano la firma di Barker lo rende un batterista unico nel contesto musicale globale.
Attraversando la linea sottilissima che separa il suo folle estro dalla smisurata tecnica, si apprezza la vera natura di un musicista straordinario, segnato da innumerevoli influenze.
Una cosa è certa, Travis Barker continuerà a far sognare generazioni intere di cultori della musica punk e non solo…

I Blink 182 all’evento di beneficenza Standup For Skateparks tenutosi al Pinz Bowling Alley di Studio City, California, il 3 ottobre 2004
Qualche curiosità su Travis Barker
- Videogames: nel 2008 registra le batterie per il videogioco Guitar Hero World Tour, quarto capitolo della serie Guitar Hero. Appare, inoltre, come personaggio sbloccabile nel videogioco Tony Hawk’s Project 8
- Cinema: nel 1998 appare nel film American Pie insieme agli altri due componenti dei Blink 182, Mark Hoppus e Tom DeLonge
- Business: ha creato una linea di vestiti per l’azienda DC Shoes con il nome DC Travis Barker Remix e ha fondato la Famous Stars and Straps, azienda che occupa il settore dello skate/street wear. Dirige, inoltre, un ristorante vegano a Norcio, California.
- Incidente aereo: il 19 settembre 2008, l’aereo di una linea privata su cui viaggiavano Barker, DJ AM e alcuni collaboratori degli artisti precipitò in Columbia, Carolina del Sud. Nell’incidente persero la vita quattro persone, tra cui Chris Baker, assistente personale di Travis.
- Vita privata: è stato sposato con Melissa Kennedy e Shanna Moakler. Attualmente è sposato con la celebrità americana Kourtney Kardashian. La cerimonia si è svolta il 15 maggio 2022 a Santa Barbara, dopo una prima celebrazione non legalmente riconosciuta tenutasi il 3 aprile 2022 a Las Vegas.
Ulteriori informazioni:
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