Suonare Come i Red Hot Chili Peppers
Senza ombra di dubbio una delle band più influenti della loro generazione, i Red Hot Chili Peppers sono riusciti nel corso degli anni ad abbattere con stile i confini tra funk, punk rock e alternative. Durante la loro carriera hanno fatto incetta di premi e venduto oltre 100 milioni di dischi in tutto il mondo.
Come ci si può aspettare, la band ha avuto i suoi alti e bassi. Sebbene i cambiamenti nella formazione abbiano alterato notevolmente il suono complessivo, è stato soprattutto il materiale scritto con il chitarrista John Frusciante ad avere il maggiore impatto.
Parte del loro successo va attribuito anche al longevo rapporto con il produttore Rick Rubin. Pochi hanno un catalogo di produzione così vario e illustre, e Rubin ha lavorato a ben nove dei tredici album in studio dei RHCP.
Quali sono le principali influenze del sound dei Red Hot Chili Peppers?
Per essere un gruppo di quattro elementi attivo da quasi 40 anni, la formazione dei RHCP non è cambiata molto. Oggi daremo un’occhiata ad alcuni tra gli strumentisti della band e discutiamo il loro ruolo nel gruppo.
Inoltre, analizzeremo alcune delle loro scelte chiave per quanto riguarda il gear e scopriremo come queste hanno contribuito al suono complessivo.
Flea (1983-oggi)
Flea, membro fondatore e bassista a dir poco energico, è stato una forza motrice costante dei Red Hot Chili Peppers fin dall’inizio. Il modo in cui combina ritmiche funk e linee di basso in stile punk è un elemento alla base del suono dei RHCP.
La personalità eccentrica di Flea è presente in tutto ciò che la band fa sia in studio che sul palco e si adatta rapidamente ai loro brani sia in termini di stile che di espressione. Nella sua carriera ha utilizzato diversi bassi, tra cui uno Spector NS-2, un Wal Mach II, un Music Man Stingray 5, un Modulus Funk Unlimited e un Fender Jazz Shell Pink del 1961.
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John Frusciante (1988-1993) (1998-2009) (2019-oggi)
Le enigmatiche stregonerie messe in pratica da John Frusciante nel suo songwriting e nel suo modo di suonare la chitarra, sono il motivo per cui conosciamo i RHCP in tutto il mondo. Pochi gruppi hanno la fortuna di avere un’artista di questo spessore nella propria formazione e, sebbene abbia lasciato e ripreso la band più volte, è sempre stato un’immensa fonte di creatività.
È certamente un chitarrista che punta molto sugli effetti, ma è chiaro come il suo suono derivi più che altro dal suo stile di esecuzione. Discepolo del CAGED System, se Jimi Hendrix ha mai avuto il Pick Of Destiny, lo ha certamente passato a John Frusciante. Generalmente preferiva chitarre e amplificatori Fender e i suoi effetti principali erano il Boss CE-1, il Dallas/Dunlop Fuzz Face e l’EHX Big Muff Pi V8.
Chad Smith (1988-oggi)
L’incredibile batteria di Chad Smith è un’altra pietra miliare della band. Il suo approccio è estremamente orientato al groove, creando licks dinamici che scorrono in modo molto naturale sotto le ritmiche e i riff in tutta la discografia dei RHCP.
Non si può dire che lo stile di Smith sia eccessivamente tecnico. Tuttavia, a un esame più attento, l’uso sottile ma distintivo di ghost notes e di altre microdinamiche nel suo modo di suonare creano quell’energia che dà vita alle canzoni. Nel corso della sua carriera, i suoi kit sono diventati sempre più elaborati, passando dai fusti Pearl Masters Series a quelli Drum Workshop. La scelta dei piatti è sempre ricaduta sui Sabian, ma il cuore del suo suono è il rullante in acciaio da 14 pollici.
Dave Navarro (1993-1998)
Il chitarrista e songwriter Dave Navarro si è unito alla band nel 1993 come parte della formazione in tour, e ha anche co-scritto l’album del 1995, One Hot Minute. Nessuno ha mai potuto criticare l’abilità di Navarro nel suonare o la sua profondità come compositore, ma senza singoli radiofonici ben definiti, l’album non ottenne lo stesso successo del precedente lavoro dei RCHP, Blood Sugar Sex Magik.
Il suo contributo è comunque di grande valore musicale, con un bel contrasto tra riff puliti, ricerca nell’uso degli effetti e distorsioni pesanti. Navarro ha sempre utilizzato chitarre PRS nel corso della sua carriera, apparendo sul palco e in studio con alcuni dei più grandi nomi del settore, oltre a lavorare con i Jane’s Addiction.
Josh Klinghoffer (2009-2019)
Inserito nella Rock ‘n Roll Hall Of Fame, Josh Klinghoffer è un altro chitarrista incredibilmente vario, che ha suonato con artisti molto importanti, tra cui i Gnarles Barkley, PJ Harvey e, più recentemente, i Pearl Jam. Inizialmente si è unito ai RHCP come chitarrista di backup durante il tour Stadium Arcadium e ha continuato la collaborazione con la band registrando I’m With You (2011) e The Getaway (2016) con la band.
Klinghoffer utilizza generalmente chitarre Fender, soprattutto Stratocaster. Tuttavia, ha utilizzato anche Rickenbacker e Gretsch. Usa anche una varietà di effetti, tra cui diversi pedali Boss ed Electro Harmonix, il tutto collegato ad una combinazione di amplificatori Marshall e Fender.
Ulteriori informazioni:
- Ascolta il nuovo singolo Tippa My Tongue
- Pagina ufficiale dei RHCP
- Altri “Suonare Come“
Video
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