Produzione di un disco in Vinile: Quanto fa male all’ambiente un disco?
Produzione di un disco in Vinile: Quanto fa male all'ambiente un disco? · Fonte: VRMA / Vinyl Alliance
Un nuovo rapporto illustra i danni ambientali causati dalla produzione di un disco in vinile. Non è un rapporto positivo, ma c’è una buona notizia.
Produzione di un Disco in Vinile
Un nuovo rapporto della Vinyl Record Manufacturer’s Association (VRMA) e di Vinyl Alliance illustra l’impatto ambientale della produzione di un disco in vinile, compreso l’imballaggio.
L’obiettivo dichiarato a lungo termine dei due gruppi è quello di comprendere l’impatto delle emissioni di carbonio dell’industria della stampa del vinile “dalla culla alla tomba”, cioè dalla stampa allo smaltimento. Il primo rapporto in assoluto si concentra sull’impronta “dalla culla alla fabbrica” di un disco in vinile, prendendo in considerazione le attività di un impianto di pressatura, di un produttore di stamper e di uno studio di taglio.
Il rapporto indica che l’impronta di un disco in vinile standard del peso di 140 g è di circa 1,15 kg di CO2e. Si tratta all’incirca della stessa quantità di una pinta di latte di mucca. Per continuare l’analogia con la colazione, far bollire un litro d’acqua in un bollitore elettrico per il caffè o il tè consuma 70 kg di CO2e, mentre un’arancia richiede 90 kg di CO2e per crescere e arrivare a casa. Ricordiamo che gli 1,15 kg di CO2e del disco in vinile riguardano solo le varie fasi di produzione e non includono la spedizione.
Produzione di un Disco in Vinile: Ripartizione delle emissioni
Secondo il rapporto, il 50% delle emissioni di produzione deriva dal composto di PVC utilizzato per la stampa dei dischi. Il rapporto rileva che l’utilizzo di vinili di peso pari a 180 g aumenta l’impronta di carbonio del 14% rispetto a 140 g, mentre 200 g la fanno aumentare del 19%. Se si richiede il vinyl splatter – un’eventualità sempre più comune – l’aumento è del 26%.
Per scomporre ulteriormente il dato, il 30% dell’impatto “cradle-to-factory gate” deriva dal consumo di energia in fabbrica, mentre l’imballaggio stampato delle custodie, degli inserti e delle copertine occupa il 13% delle emissioni dei dischi in vinile.
Sebbene la spedizione non sia inclusa nel rapporto, gli autori affermano: “Se i dischi vengono spediti per via aerea dall’Europa all’America (o viceversa), ciò aggiungerebbe altri 1,36 kg di CO2e all’impronta. Il trasporto aereo dall’Europa all’Australia aggiungerebbe 3,46 kg di CO2e per disco”.
Produzione di un Disco in Vinile: Come ridurre l’impatto ambientale
Il rapporto non è tutto rose e fiori. Il rapporto delinea anche cinque step per ridurre l’emissione di anidride carbonica di un disco in vinile. Gli autori raccomandano di eliminare il trasporto aereo (stampa locale), di passare a un nuovo composto di PVC “bioattribuito” per ridurre l’impatto fino al 44%, di stampare su vinile da 140 g, di mantenere un imballaggio semplice (le custodie apribili aggiungono tra il 10 e il 15%) e di utilizzare energia a zero emissioni di carbonio nelle fabbriche.
Produrre un Disco in Vinile: E lo streaming?
Per quanto riguarda il fatto che lo streaming abbia un impatto ambientale minore rispetto alla produzione di vinili, è ancora tutto da vedere.
“Non possiamo ancora dire se l’acquisto di un disco fisico sia più dannoso per l’ambiente rispetto alla musica in streaming”, si legge nel rapporto. “Ma abbiamo fornito i primi dati verificati dell’industria del vinile per aiutare ad affrontare la questione”.
Sebbene questo rapporto sia rivolto a coloro che sono coinvolti nell’industria del disco in vinile – produttori e rivenditori – è qualcosa che anche noi consumatori dobbiamo considerare.
Cosa ne pensate di questi risultati? Cambierete le vostre abitudini di acquisto?
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