a cura di Antonino Fiorentino | 5,0 / 5,0 | Tempo di lettura approssimativo: 14 minuti
Phil Collins - Il batterista e cantautore che fa sognare con le sue hit

Phil Collins - Il batterista e cantautore che fa sognare con le sue hit  ·  Fonte: Fabio Diena / Alamy Stock Photo

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Oggi, 30 gennaio 2024, il leggendario batterista e cantautore londinese Phil Collins compie 73 anni e, per celebrarlo, ripercorriamo la sua storia e analizziamo gli strumenti iconici con cui è entrato nell’olimpo della musica mondiale.

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La biografia

Philip David Charles Collins, noto ai più come Phil Collins, nasce a Chiswick, distretto sudoccidentale londinese, il 30 gennaio 1951. La sua passione per la musica e, più nello specifico, per la batteria inizia all’età di cinque anni, quando, il giorno di natale, riceve in dono dagli zii la sua prima batteria giocattolo. Da questo momento inventa un personalissimo metodo per accompagnare la ritmica dei brani che ascolta in tv o in radio, non conoscendo ancora alcuna nozione sulla teoria musicale. Pochi anni dopo i genitori gli comprano la prima batteria vera e, all’età di appena dodici anni, fonda la sua prima band nel suo quartiere con cui suona cover dei tormentoni rock di quel periodo.

Dopo qualche anno di gavetta, durante cui suona con diverse band della scena musicale londinese, registra il suo primo disco in studio con il gruppo Flaming Youth.

L’incontro che rappresenta il punto di svolta per la carriera artistica del batterista è sicuramente quello con Peter Gabriel e Mike Rutherford, fondatori del celebre gruppo Genesis, con cui Phil svolge un’audizione con esito, com’è ben sappiamo, positivo.

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Con i Genesis

La band suona un genere innovativo, al tempo noto come art rock, ma più conosciuto come progressive rock, che si pone come obiettivo quello di sfondare le barriere della “canzone” tradizionale tramite la ricerca di sonorità e modalità compositive totalmente innovative.

L’impatto che ha l’ingresso nel gruppo di Collins è formidabile. Inizia a lavorare sulla sezione ritmica con invettiva e contribuendo con l’enorme tecnica che ha sviluppato fino a quel momento. Non è raro, infatti, riscontrare nei brani dei Genesis combinazioni ritmiche dispari. 

Sin da subito Collins registra le parti cantate per diversi brani della band inglese, come  For Absent Friends, dall’album Nursery Cryme del 1971, e More Fool Me del disco Selling England by the Pound del 1973.  

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Brand X e le Difficoltà con i Genesis

Contemporaneamente ai lavori con i Genesis, Phil Collins si dedica al progetto che prende il nome di Brand X, dedicandosi a complessi componimenti jazz, e al primo progetto da solista dell’artista Steve Hackett. Dato il grande successo riscosso con i Genesis in tutto il globo, il batterista non prende parte a molti dei live dei progetti paralleli intrapresi.

Dopo la pubblicazione del sesto disco in studio dei Genesis,  The Lamb Lies Down on Broadway, nel 1975, Peter Gabriel decide di lasciare la band britannica per dedicarsi a progetti individuali.

L’abbandono del gruppo da parte dell’iconico frontman segna un momento di stallo per il gruppo, che inizia la ricerca dell’artista che abbia le carte in regola per sostituire Gabriel. Dopo circa 400 audizioni con esito fallimentare, è lo stesso Phil a proporsi come unico cantante della band di cui già faceva parte nei panni di batterista. I nomi di Bill Bruford, prima, e di Chester Thompson, poi, vengono scelti per le apparizioni in concerto, nonostante in studio Collins continui ad occuparsi personalmente della registrazione delle tracce di batteria.

Nello stesso anno i Genesis registrano l’ottavo album che viene chiamato  Wind & Wuthering, nel quale il polistrumentista britannico assume una posizione di maggior rilievo soprattutto nella composizione dei brani (complice la sempre minore partecipazione del chitarrista e compositore Steve Hackett che, dopo il lancio del disco, lascia il gruppo).

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La carriera da solista

Nonostante i Genesis decidono di continuare a produrre musica come trio, alla fine degli anni settanta attraversano un periodo di riflessione, durante il quale Phil Collins intraprende la carriera da solista, iniziando a lavorare al disco Face Value. Accantona momentaneamente questo progetto per tornare in studio con i Genesis nel 1980 con le registrazioni di Duke, decimo album in studio.

Nel febbraio del 1981, viene lancia il  suo primo disco da solista (preceduto dall’uscita del singolo In the air tonight) che raggiunge, in brevissimo tempo, le vette di tutte le classifiche mondiali. L’artista non ha il tempo di metabolizzare tale successo perché rientra in studio con i Genesis per registrare l’undicesimo disco.

La produzione musicale sembra inarrestabile: lavora ai nuovi progetti dei Genesis, a quelli con artisti di fama internazionale (come gli ABBA e Robert Plant) e rilascia il secondo disco da solista.

L’Apice della Carriera Artistica

La carriera artistica del batterista e polistrumentista inglese raggiunge l’apice a metà degli anni ‘80, quando compone il brano Against All Odds (Take a Look at Me Now) per la colonna sonora del film Due vite in gioco, con cui vince il primo Grammy Award e ottiene la nomination come migliore canzone per il premio Oscar nel 1985.

Continuano le collaborazioni con artisti importantissimi come gli Earth, Wind and Fire, Eric Clapton ed i Led Zeppelin, con cui condivide il palco per il celebre concerto Live Aid tenutosi in contemporanea a Philadelphia ed a Londra (Collins partecipa ad entrambi grazia ad un volo intercontinentale che gli ha permesso di spostarsi tra le due città in sole 3 ore).

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Continua la pubblicazione di brani e dischi sia da solista che con il gruppo scalando le classifiche in tutto il mondo e vincendo ambiziosi premi e nomination.

Collins vive un momento controverso  nella metà degli anni novanta, durante il quale pubblica il disco da solista Both Sides, definito dall’artista stesso come il disco più intimo mai prodotto. Nello stesso momento matura la decisione di lasciare i Genesis che, senza di lui, pubblicheranno un unico album che non raggiungerà mai il successo dei precedenti. L’abbandono del gruppo gli consente di intraprendere nuovi progetti, come la formazione della Phil Collins Big Band, formazione jazz con cui il batterista partecipa ad interessanti festival in giro per il mondo.

Nel 2002 lancia il settimo disco da solista, dal nome Testify che non viene valutato in maniera positiva dalla critica e non scala le classifiche internazionali, complici i gravi problemi di udito di cui inizia a soffrire l’artista e che gli impediscono di esibirsi dal vivo in gran parte degli spettacoli programmati, non riuscendo a garantire, in tal modo, un’adeguata sponsorizzazione dell’album.

I Problemi di Salute

Negli anni successivi sono molteplici i problemi di salute che limitano l’artista nella sua carriera musicale, come la perdita di sensibilità alle mani che subisce in seguito ad un intervento chirurgico ad una vertebra. Questi problemi portano Phil a rinunciare ben presto alla reunion dei Genesis, iniziata nel 2007 e conclusa, appena, nel 2009. Il concerto al Circo Massimo di Roma nel 2008, con oltre mezzo milione di persone, è la dimostrazione dell’enorme successo raggiunto dal gruppo durante l’arco della loro carriera musicale. 

L’uscita dell’album di cover Going Back nel 2010, tributo al soul anni sessanta che ha influenzato la carriera dell’artista, preannuncia il ritiro dalla scena musicale internazionale avvenuto l’anno seguente.

Ma è nel 2015 che fa nuovamente ritorno sulle scene: firma un contratto con la Warner Music Group per la rimasterizzazione dei suoi otto album da solista, scrive la sua prima autobiografia ufficiale e ritorna su palcoscenici importantissimi come la Royal Albert Hall, la Lanxess Arena di Colonia e la AccorHotels Arena di Parigi. Nel 2021 prende parte all’ultimo tour reunion dei Genesis ma le sue condizioni di salute vincolano la sua esibizione, costringendolo a restare seduto su di uno sgabello. Il 26 marzo 2022, durante l’ultimo concerto del tour all’O2 Arena di Londra, Phil Collins annuncia il ritiro definitivo dal mondo della musica.

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Phil Collins – Genio della batteria

Phil Collins ha sviluppato, nell’arco della sua carriera decennale, un sound di batteria inconfondibile, groove melodici ed un innovativo stile ibrido tramite l’impiego di strumenti acustici combinati a pad elettronici. Nonostante abbia abbandonato la batteria per via di seri problemi di salute, quanto creato dal batterista e cantautore britannico durante la sua vita da musicista resterà un punto di riferimento per noi batteristi e non solo…

Innanzitutto, l’abilità di compositore maturata nel tempo gli ha consentito di creare dei ritmi perfettamente funzionali alle strumentali dei suoi brani. Ciò si può facilmente riscontrare all’interno dell’iconico brano In the air tonight, in cui le percussioni si pongono al centro dell’ambientazione sonora in particolar modo durante l’intro, aprendolo in maniera incisiva ma, allo stesso tempo, delicata.

A tal riguardo sarebbe impossibile non citare Easy Lover, brano composto a due mani con Philip Bailey, in cui il perfetto incastro tra fill di batterie e accordi di chitarra presente nell’intro consente di entrare nel brano con la giusta energia e vibes estremamente soul.

Il Suo Stile

Ha inoltre creato uno stile personalissimo: è impossibile non riconoscere la sua impronta ascoltando i brani per cui ha registrato le percussioni. Collins è ossessionato dall’idea di mantenere il tempo sullo strumento, impedendo in tal modo che il brano possa perdere di intensità in alcune sue parti. Quindi spesso (quando possibile) crea fill estremamente efficaci, senza mai staccare la bacchetta dall’hi-hat, come avviene nel brano Against all odds, in cui entra nel ritornello con una serie di terzine sui tom senza trascurare di portare il tempo con l’altra mano.

I ritmi e i tempi complessi conferiscono ai suoi brani quel tocco di unicità e di raffinatezza che colpisce chiunque li ascolti. In tal senso non si può non citare il brano Nuclear Burn che ha composto con i Brand X: non si può non restare affascinati dalla ritmica di questo brano.

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Infine, Phil ha iniziato ad utilizzare pad elettronici nei suoi set molto prima che questi diventassero di moda.

Tale aspetto si può riscontrare nel disco Invisible Touch dei Genesis ed in tutti gli album successivi. Phil integra, all’interno del suo set acustico, pad elettronici della Simmons SDS 7 che utilizza in particolar modo per creare fill, portando il tempo sulla sezione acustica del suo drum kit.

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La strumentazione

Il sound ricercato del batterista non veniva lasciato al caso. L’attento studio dei suoni e la ricerca dello strumento che gli consentisse di ricreare le ambientazioni sonore studiate nei minimi particolari era, per lui, all’ordine del giorno.

Oggi è sempre più raro trovare strumenti con sonorità assimilabili a quelle che venivano ottenute quando Phil iniziava a colpire i propri tamburi con le sue bacchette, quindi, studiamo alcuni degli strumenti vintage con cui Phil Collins ha impresso la sua firma nella storia della musica.

Il drum kit

Sono molteplici i kit di batteria utilizzati da Collins durante l’arco della sua carriera: è indimenticabile il kit Premier 717 con cui il batterista inizia negli anni ‘70, così come l’iconica la batteria Pearl BLX Custom che suonò i primi anni del decennio seguente. 

Ma la batteria “definitiva” di Collins, che ha accompagnato l’artista fino all’ultimo concerto della sua importantissima carriera, è la Gretsch USA Custom ed è per tale ragione che soffermeremo la nostra analisi su quest’ultima. Ciò che colpisce è sicuramente l’enorme quantitativo di tom che Phil utilizzava, privi di membrana risonante, per comporre i suoi fill leggendari. Le dimensioni dei fusti utilizzati in genere dal batterista sono le seguenti:

  • 8″ x 5.5″ Tom 
  • 10″ x 6.5″ Tom
  • 12″ x 8″ Tom 
  • 15″ x 12″ Tom
  • 16″ x 16″ Timpano
  • 18″ x 18″ Timpano
  • 20″ x 14″ Grancassa
  • 14” x 4” Rullante
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Più volte, nelle sue intervista, Phil ha parlato delle meccaniche da lui impiegate, nella fattispecie del pedale per la grancassa. Afferma spesso che, pur avendo provato i più “moderni” sistemi a catena, resta da sempre affezionato allo storico pedale a cinghia Ludwig Speed ​​King L203, utilizzato dai più importanti batteristi della storia del rock, e non solo…

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Ludwig L203 Speed King Pedal
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Per quanto riguarda le bacchette, Phil svolse un attento studio, creando la bacchetta che fosse congeniale per il suo stile con la Promark, di cui è diventato endorser. Le bacchette Promark Phil Collins signature presentano un diametro compreso tra 5A e 5B ed una punta estremamente sferica, perfetta per chi ricerca un suono ampio, specialmente sui piatti.

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Le membrane

Phil era solito optare per set di pelli estremamente tirate, con lo scopo di ottenere sonorità con un timbro secco, potente ed estremamente definito. Come già accennato in precedenza, ciò che lo caratterizza riguardo l’impiego delle membrane, è l’assenza di pelli risonanti. Rispetto a ciò che si può pensare, la scelta di non montare sul proprio set membrane risonanti, era decisamente di tendenza negli anni ‘80 e sono molti i batteristi che usavano questo tipo di approccio verso i propri tamburi. 

Nello specifico, secondo le nostre fonti, Phil montava spesso set di membrane della serie Remo CS. Tale scelta è facilmente riconducibile al suono ben definito che il batterista cercava, in particolar modo, per i suoi tom (e grazie al quale ha reso i suoi fill leggendari)!

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Remo 22″ CS Clear Bass Drum
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I piatti

All’inizio della sua carriera con i Genesis, Phil Collins utilizzava la serie Paiste Formula 602, caratterizzati da brillantezza del suono estrema. La particolarità di questo set di piatti erano le dimensioni: tutti i pezzi, o quasi, di dimensioni pari.

Con il tempo i gusti sono cambiati e la scelta viene dirottata verso gli iconici piatti della Sabian (di cui è diventato endorser, studiando un dry ride signature raw bell da 21”). Nella fattispecie, il set di piatti della Sabian usato dopo il 1986 dal batterista dei Genesis è l’hand hammered, caratterizzato dai seguenti pezzi:

  • Sabian 16” HH Medium-Thin Crash
  • Sabian 15” HH Hi-Hats
  • Sabian 17” HH Extra Thin Crash
  • Sabian 20” HH Medium Crash
  • Sabian 20″  HH China
  • Sabian 22” HH China
  • Sabian 21″ HH Raw Bell Dry Ride
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Phil Collins, Estremamente Poliedrico

Phil Collins è emerso, a livello mondiale, come figura estremamente poliedrica ed influente in ambito musicale. La sua lunga e brillante carriera, durante la quale ha spaziato dalla batteria al canto, dalla composizione alla produzione musicale, ha lasciato il segno all’interno del panorama pop-rock internazionale. Il suo talento cristallino e la sua versatilità unica viene percepita semplicemente ascoltando i lavori eccezionali prodotti con i Genesis e soffermandosi sulla prolificità della sua carriera da solista.

La sua profonda tecnica e conoscenza della batteria, oltre che la voce potente ed emozionante, hanno consentito di dare vita a brani iconici che saranno ascoltati per sempre, dato che, chiunque ama la musica, non può non amare le note di questo artista strepitoso. Partendo da successi come Invisible Touch e Land of Confusion, passando per memorabili ballate soliste come Against All Odds e Another Day in Paradise, Collins ha saputo sfiorare l’anima del suo pubblico in ogni parte del globo. 

Tuttavia, non si possono trascurare le difficoltà personali e di salute che hanno sempre tormentato la carriera dell’artista. Nonostante ciò, la resilienza che lo ha sempre contraddistinto lo ha spinto, con non pochi ostacoli, a non mollare ciò che l’artista amava ed ama tutt’ora: la musica.

Conclusioni

In conclusione, stiamo parlando di un’icona eterna della musica pop e rock, la cui ecletticità gli ha concesso di brillare tra le stelle della musica mondiale con un impatto che va ben oltre il talento musicale che ha sempre dimostrato di avere.

Ancora oggi, nonostante il suo abbandono della scena musicale, la sua musica intramontabile resta un pilastro per ogni musicista ed un riferimento per chi ha nel cuore il sogno di riuscire a rivoluzionare generi imponendo il proprio stile.

Che sia dietro la batteria o con un microfono, Phil Collins ha dimostrato di essere un artista senza tempo, capace di connettersi con il pubblico di tutto il mondo, passando attraverso le generazioni.

Phil Collins si esibisce alla cerimonia di apertura del torneo di tennis US Open Grand Slam nel 2016
Phil Collins si esibisce alla cerimonia di apertura del torneo di tennis US Open Grand Slam nel 2016 · Fonte: Shutterstock / Jimmie48 Photography

Qualche curiosità su Phil Collins

  1. Videogames: Vice City Stories lo rende la prima celebrità della vita reale ad apparire fisicamente come se stesso in un gioco di Grand Theft Auto.
  2. Cinema: Phil è un artista a tutto tondo. Oltre ad aver lasciato il segno nella musica, ha recitato in moltissimi film di successo, come il film “Hook – Capitan uncino”. Ha inoltre composto le colonne sonore per numerosi film, come Tarzan, con cui vinse un Golden Globe e il suo unico premio Oscar.
  3. Volontariato: ha fondato la Little Dreams Foundation, con l’ex moglie Orianne Collins, per aiutare i giovani a realizzare il loro potenziale nello sport, nella musica e nelle arti visive.
  4. Premio Oscar: nel 1985, pur essendo in nomination con il brano Against All Odds, non gli viene concesso il permesso di cantare. La sua reazione negativa alla cosa viene immortalata dalle telecamere e quell’episodio è tutt’oggi considerato uno dei più imbarazzanti nella storia della della sua vita.
  5. Vita privata: il divorzio dalla sua ultima moglie (Orianne Cevey) è costato ben 25 milioni di sterline, risultando il più caro per una celebrità britannica.

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