Mixare in cuffia: leggenda o soluzione?
Esploriamo alcuni dei fattori importanti da considerare quando si decide di mixare in cuffia e come si confronta il lavoro con i monitor da studio.
Indice
- Mixare in cuffia
- Monitor vs cuffie
- Cuffie chiuse o aperte
- Impedenza
- Come iniziare
- Calibrazione, modellazione ed elaborazione
Nel mondo del mixaggio professionale, l’uso delle cuffie è sempre stato un perfetto “piano B” da utilizzare quando non si poteva accedere a uno studio acustico trattato. Anche nell’attuale era dell’home studio, è molto più comune trovare negli studi un paio di monitor da 2000 dollari che un fonico che preferisce mixare in cuffia.
Mixare in cuffia
Poiché il modo di consumare la musica è cambiato, oggi ascoltiamo la musica quasi esclusivamente con auricolari, cuffiette e i piccoli altoparlanti dei laptop. Questo rende il processo di mixaggio in cuffia più importante che mai e, dato che oggigiorno la maggior parte dell’elaborazione avviene in the box, si adatta perfettamente al nostro workflow.
Mixare in cuffia: monitor vs cuffie
Rispetto ai monitor da studio, la prima cosa che si nota nel produrre e mixare in cuffia sono le basse frequenze. Le cuffie hanno spesso un boost sulle basse per compensare il fatto che non si sentono come le sentireste nei diffusori.
Se da un lato qualcuno afferma che questo migliora l’esperienza di ascolto, dall’altro rappresenta una sfida per chi è nuovo al mix in cuffia. Un’altra differenza fondamentale tra questi due mezzi di monitoraggio risiede nel modo in cui viene percepita l’immagine stereo.
Grazie alla vicinanza dei driver delle cuffie alle nostre orecchie e al modo in cui il nostro cervello elabora le informazioni, l’apparente effetto di mascheramento stereo che si verifica con i diffusori scompare.
Questo rende il panning particolarmente difficile da valutare in cuffia, per cui può essere necessario un po’ di tempo per abituarsi. Tuttavia, sperimentando un po’ con il panning di un singolo strumento nella vostra DAW, abituerete le orecchie a questa nuova sensazione.
Mixare in cuffia: cuffie chiuse o aperte
Una delle prime decisioni che dovrete prendere nel tentativo di trovare un paio di cuffie da mixaggio decenti è la scelta tra cuffie con design chiuso o aperto. Sebbene sia possibile trovare cuffie chiuse incredibilmente neutre che danno risultati sorprendenti, la regola generale è che i modelli aperti o semi-aperti sono più adatti al mixaggio.
Il motivo principale è che le camere acustiche sigillate utilizzate nei modelli closed-back tendono a esagerare con i bassi. Poiché il contenuto delle basse frequenze è omnidirezionale, i modelli open-back consentono alle basse frequenze di passare in modo naturale, anziché essere riflesse all’interno della camera e risuonare.
Le proprietà di isolamento dei modelli chiusi vi permetteranno di concentrarvi in ambienti rumorosi, ridurranno al minimo la fuoriuscita delle cuffie in registrazione e vi consentiranno persino di lavorare con qualcuno che dorme nella stessa stanza.
Tuttavia, a prescindere dai pro e dai contro, la scelta si riduce alle preferenze personali. Mentre il famoso YouTuber Michael Wynne di In The Mix (che di solito dà consigli sensati) preferisce le cuffie open-back per il mixaggio, Andrew Schepps, mix engineer di fama mondiale, utilizza le MDR-7506 (closed-back) senza alcun software di calibrazione o elaborazione del crossfeed.
Mixare in cuffia: impedenza
Anche l’impedenza delle cuffie, espressa in ohm, è un fattore da considerare quando si sceglie un set di cuffie per il mixaggio. Nel contesto delle cuffie e dei microfoni, maggiore è l’impedenza nominale, maggiore è il gain discreto necessario per alimentare il dispositivo a un livello ottimale.
Ciò significa che un paio di cuffie da 250 ohm non può essere alimentato adeguatamente da un dispositivo audio di fascia consumer. È invece necessaria un’interfaccia audio con un amplificatore per cuffie decente o un preamplificatore per cuffie dedicato, come il Little Labs Monotor, l’RND RNHP o il Lake People G103.
Se avete avuto la fortuna di lavorare in uno studio professionale e di provare un paio di cuffie da 600 ohm collegate alla console, saprete quanto sia grande la differenza rispetto a un paio di cuffie nella media collegate direttamente al vostro portatile.
Per questo motivo, se si prevede di utilizzare le cuffie non solo per il mixaggio, è preferibile utilizzare cuffie con un’impedenza inferiore (80 ohm o meno).
Mixare in cuffia: come iniziare
Una volta scelto un paio di cuffie, il passo successivo è quello di abituarsi alla loro risposta in frequenza e alle loro caratteristiche sonore generali. Scoprirete che avere un paio di cuffie facilmente sostituibili ed economiche che conoscete come le vostre tasche non ha prezzo rispetto a spendere 1000 dollari per le migliori cuffie e il miglior preamplificatore che possiate trovare.
Iniziate ad ascoltare attivamente i vostri dischi preferiti e prestate attenzione al modo in cui gli elementi critici emergono nel mix. Noterete che i dettagli più fini, come i riverberi e il decadimento dei piatti, sono molto più pronunciati rispetto a come vengono riprodotti dai diffusori.
In questo caso, è importante capire lo spazio che le basse frequenze occupano nel vostro mix, così come quello delle voci. Nel confrontare le cuffie con i diffusori, cercate di notare almeno cinque differenze chiave durante la riproduzione di ciascuno dei vostri brani di riferimento preferiti.
In generale, noterete che gli elementi nella gamma media sono più nitidi e che il mix è molto più wet (elaborato con effetti) in cuffia di quanto non appaia con i diffusori. Quando inizierete a lavorare sui vostri mix, scoprirete rapidamente che dovete compensare il modo in cui le cuffie accentuano i medi e i bassi per ottenere un suono bilanciato.
Mixare in cuffia: calibrazione, modellazione ed elaborazione
Per abituarvi a mixare in cuffia, esiste una serie di strumenti che potete utilizzare per colmare il divario tra i diversi mezzi di diffusione. Anche se non sono indispensabili, possono farvi risparmiare del tempo prezioso.
I plugin per la calibrazione delle cuffie possono modellare la curva di risposta in frequenza dei monitor da studio e possono anche simulare spazi acustici, tra cui una serie di studi professionali.
Inoltre, i preamplificatori per cuffie come l’SPL Phonitor sono dotati di una matrice di crossfeed che consente di regolare la quantità e l’angolo del crossfeed dai canali destro e sinistro per avere un’immagine chiara del suono del mix sui diffusori.
Sebbene questi strumenti possano essere estremamente utili nel vostro workflow in missaggio, non possono certo sostituire l’esperienza reale. Non ci sono scorciatoie per padroneggiare l’arte del mixaggio, quindi è necessario dedicare del tempo se si vogliono ottenere risultati migliori.
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