Mixaggio per principianti: gestisci i tuoi suoni
Volete cimentarvi in un mixaggio per le band della vostra città o semplicemente migliorare la qualità delle vostre produzioni? Questo articolo vi aiuterà a farlo.
Sebbene il mondo della produzione musicale abbia fatto passi da gigante grazie alla flessibilità delle DAW e all’accessibilità delle apparecchiature per l’home recording, esistono alcuni principi chiave che hanno funzionato fin dall’inizio della storia della musica registrata.
Le DAW hanno fatto molta strada dalla loro nascita alla fine degli anni ’80 e dall’introduzione all’inizio degli anni ’90. Se inizialmente questi software erano stati progettati per essere una simulazione digitale di una console analogica, oggi si sono espansi fino a comprendere lo studio di registrazione nella sua interezza.
Mixaggio per principianti
Avete finito di registrare e arrangiare la vostra canzone…e ora? L’arte del mixaggio è un processo tecnicamente complesso, il cui obiettivo è trasformare una registrazione o una composizione in un disco adatto al consumo di massa.
Come ogni aspetto della produzione musicale, ci sono regole che si possono infrangere. Tuttavia, vi illustreremo alcuni suggerimenti che potrete mettere in pratica in diverse fasi per migliorare la vostra abilità di mixaggio.
Selezione dei campioni
Se producete musica elettronica, metà della battaglia del mixaggio si vince selezionando i suoni giusti. Prima di iniziare il processo di scrittura e arrangiamento, c’è un metodo che potete applicare alle vostre librerie di campioni e ai preset dei vostri strumenti software preferiti.
Quando ci si trova di fronte a un banco di 100 sample di kick, ad esempio, è bene individuare i 5 che piacciono di più e copiarli in una sottocartella. Allo stesso modo, quando sfogliato un banco di patch di lead su un soft synth, create una categoria custom per i 5 suoni che userete di più.
Questo processo può richiedere alcune ore ogni volta che acquisterete nuovi strumenti o pacchetti di campioni. Tuttavia, velocizzerà il vostro workflow e farà in modo che le vostre canzoni contengano solo suoni che avete esaminato in precedenza. Nella produzione musicale moderna, dove spesso si mixa “as you go”, ovvero parallelamente al processo di produzione e arrangiamento, l’abilità nella selezione dei campioni e dei suoni è fondamentale.
Bilanciare i livelli
Prima di equalizzare e comprimere gli strumenti nel mix, il bilanciamento dei livelli dei canali è il punto di partenza per il mixaggio di qualsiasi disco. Nell’ambiente DAW, è importante fare una distinzione tra i fader dei canali e il gain delle clip audio.
Un modo semplice per distinguere le due cose è sapere quale delle due aumenta il rumore di fondo. Alzando il gain di una clip audio, si incrementa simultaneamente il livello di rumore di fondo, della stessa quantità. Al contrario, un fader di canale aumenta il rumore di fondo solo quando si aumenta il livello oltre lo zero (dB) o il gain unitario.
Tenendo presente questo, si può iniziare a capire quando utilizzare il gain delle clip o i fader per ottenere un buon gain staging. Mentre il clip gain è un livello che si imposta prima del mixaggio, i fader sono come i tasti del pianoforte per il mix engineer, grazie ai quali può dare una forma al mix. Grazie ai fader si possono anche impostare le automazioni, fondamentali per una buona interpretazione del brano.
Utilizzo dei bus
Uno dei fondamenti del mixaggio consiste nel semplificare il flusso del segnale. Una volta completato l’arrangiamento di un brano, questo potrebbe avere anche più di 100 tracce. Riassegnando le uscite di un gruppo di canali a un bus, è possibile processare tutte le batterie su un unico canale stereo, ad esempio.
Anche se questo non vi darà il permesso di evitare completamente l’elaborazione e il livellamento dei singoli suoni, diventerà più facile apportare rapidamente modifiche drastiche all’intero mix. Se riuscite a raggruppare le tracce su meno di 7 o 8 bus stereo, potete isolare diverse aree per ottenere una migliore separazione.
Iniziate con le batterie, poi instradate il basso, i sintetizzatori, le chitarre e le voci su tracce ausiliarie separate. Mentre fate ciò, assicuratevi anche di assegnare le mandate per gli effetti associati a ciascun suono al rispettivo gruppo di appartenenza. In questo modo, ad esempio, è possibile comprimere il riverbero delle voci con il segnale dry per ottenere un suono più coeso.
Usare gli effetti in serie o in parallelo
Che si tratti di batteria, voci o chitarre, quando si fanno più layer di uno strumento per le strofe e i ritornelli può essere utile usare gli effetti in parallelo piuttosto che in serie. Mentre i compressori e gli EQ sono utilizzati come processori in serie, effetti come riverberi, ritardi e altri effetti di modulazione sono solitamente applicati sulle mandate ausiliarie.
In questo modo, ad esempio, è possibile regolare rapidamente la quantità di riverbero sulle overdub di voci, per distinguerle dalla voce lead. O ancora, è possibile specificare la quantità di riverbero per ciascun canale di batteria del kit. In generale, questa soluzione offre un maggiore controllo ed è molto più pratica rispetto all’uso di un effetto plugin per ogni canale.
Mix pocket
Una delle tecniche che possono essere incredibilmente efficaci per ottenere definizione e chiarezza consiste nel creare le cosiddette mix pocket. Invece di aumentare il livello della gamma di frequenze degli strumenti su cui si vuole concentrare l’attenzione, si fa il contrario.
In particolare, quando si mixano le voci, è possibile farle risaltare assicurandosi innanzitutto che nulla interferisca con la gamma di frequenze in cui si trovano. Anche se gli strumenti come le voci possono trovarsi ovunque tra i 90 Hz e i 9 kHz, è necessario considerare il contesto del brano a cui si sta lavorando.
Analizzando attentamente la gamma in cui risiede la voce e il tipo di cantante che avete registrato, è sempre possibile trovare la gamma ideale all’interno di qualsiasi brano. Il passo successivo consiste nell’esaminare i gruppi di strumenti che oscurano quella gamma di frequenze della voce. Modificate il Q-factor del vostro EQ in base all’ampiezza dei suoni “fastidiosi”.
Ulteriori informazioni:
- Tutto sul mix
- Per saperne di più sulla registrazione
- Guida di Thomann ai monitor da studio
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