a cura di Gianluca Mannini | Tempo di lettura approssimativo: 10 minuti
Come Scegliere Il Miglior Setup di Monitoring per Band Rumorose

Come Scegliere Il Miglior Setup di Monitoring per Band Rumorose  ·  Fonte: DWP

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Esistono ancora band heavy rock e punk, dove il volume è l’elemento distintivo dello stile? Assolutamente sì! E sono probabilmente i clienti più difficili per i tecnici del suono. Questo genere musicale può rappresentare una sfida significativa, specialmente quando si cerca di ottenere un monitoring chiaro senza l’uso di cuffie. In questo articolo, andremo ad analizzare le migliori opzioni per impostare un setup di monitoring per band adeguato, in situazioni in cui l’alta pressione sonora e l’acustica difficoltosa rendono la gestione del suono particolarmente complessa.

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Prima di iniziare

La preparazione tecnica di un concerto può sembrare piuttosto noiosa e non corrispondere all’idea popolare di uno stile di vita rock ‘n’ roll, ma è la base per uno spettacolo di successo. Un’occhiata alla scheda tecnica della band, che si spera sia aggiornata, vi aiuterà a mettere a punto una configurazione adeguata. Se dal Tech Rider non è chiaro come la band sia posizionata sul palco, YouTube è una risorsa da non sottovalutare e potrebbe dare la possibilità di studiare in anticipo l’assetto della band.

In linea di principio, è giusto aspettarsi che il Tech Rider non si adatti al cento per cento alla serata. Ecco perché è giusto prevedere sempre un percorso alternativo per i monitor, compresi i diffusori wedge, e per le cuffie.

Materiale necessario

Dopo la fase iniziale di studio, dovrebbe essere chiaro di quante casse e singoli mix avete bisogno. Se potete scegliere liberamente le casse, siete chiaramente avvantaggiati. Tuttavia, se anticipate che il lavoro potrebbe presentare delle sfide, è consigliabile noleggiare monitor professionali di alta qualità. I monitor da palco wedge, come quelli usati nei tour, offrono prestazioni superiori rispetto ai modelli economici. Ma attenzione! L’acquisto di monitor professionali costosi non garantisce l’assenza di feedback. 

E’ proprio in questa fase che inizia il vero lavoro.

Quante casse per ogni setup di monitoring?

Un’occhiata alla scheda tecnica della band dovrebbe chiarire se un singolo diffusore wedge per ogni musicista è sufficiente o se è necessario prepararsi a una vera e propria battaglia sonora… In alcuni casi, potrebbe essere richiesto di avere due wedge per ciascun membro della band, un’opzione spesso definita “double-up”. Le ragioni di questa richiesta sono diverse: innanzitutto, due wedge offrono un volume complessivo maggiore rispetto a uno solo e garantiscono una diffusione acustica più ampia sul palco. 

In rari casi, per un musicista vengono richiesti anche più monitor. Le ragioni possono essere varie: un ego particolarmente pronunciato, un udito non dei migliori, una personalità perfezionista, o una combinazione di questi fattori.  Qualunque sia la ragione, come fornitore di servizi è fondamentale garantire ciò che viene richiesto con la massima professionalità, in linea con quanto concordato. 

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Ci sono sicuramente cantanti che a volte hanno quattro casse amplificate intorno a loro. In queste configurazioni, i segnali della band possono essere distribuiti su due monitor, spesso in mix stereo, mentre i monitor aggiuntivi sono dedicati esclusivamente alla voce del cantante. Sebbene questo tipo di configurazione sia l’eccezione piuttosto che la norma, può funzionare molto bene se configurata correttamente.

Avere due casse per ogni musicista, invece, non è raro, nemmeno nei club più piccoli. Questo è uno dei motivi per cui si tende a noleggiare monitor identici: gestire modelli diversi contemporaneamente può essere estremamente complicato.

Se si utilizzano monitor a due vie (con il tweeter posizionato sopra il woofer), è possibile posizionarli in modo relativamente flessibile. Tuttavia, per i monitor in cui il woofer e il tweeter sono affiancati, è necessaria una maggiore attenzione.

Left/Right

Molti monitor professionali sono disponibili in versione left/right, motivo per cui è sempre consigliabile noleggiare coppie corrispondenti. Left e right si riferiscono alla posizione del tweeter. Questo ci offre due opzioni: posizionare entrambi i monitor in modo che o i woofer o i tweeter siano allineati. Ma qual è l’opzione migliore? In realtà non esiste una risposta universale, poiché dipende da diversi fattori, tra cui gli obiettivi del double-up e il tipo di microfono utilizzato.

L’allineamento riguarda la coerenza complessiva del sistema, intervenendo sulla distanza relativa delle casse e sui tempi per ottenere un risultato uniforme. 

In generale, posizionare due monitor vicini può causare effetti di interferenze e sfasamento del segnale, generando inevitabilmente artefatti audio. Tuttavia, molti musicisti sono disposti a tollerare questi artefatti in cambio di un volume più elevato.

Per un musicista che rimane relativamente fermo sul palco e utilizza un microfono cardioide, è preferibile posizionare i monitor con i tweeter vicini. Lo schema microfonico cardioide riduce al minimo le interferenze. Per i cantanti che si muovono molto sul palco, è possibile disporre i tweeter all’esterno, ma questa configurazione richiede una particolare attenzione.

La gamma di frequenze medio basse è spesso amplificata dall’accoppiamento dei woofer posizionati uno vicino all’altro (in gergo “Loading”), che si nota particolarmente nell’intervallo tra 100 e 500 Hz. Tuttavia, questo effetto può essere controllato con un equalizzatore.

Vien da sè che uso di microfoni a diagramma supercardioide o ipercardioide comporta dei problemi da non sottovalutare. Con un supercardioide, è necessario posizionare i monitor ad angolo rispetto al microfono per sfruttare al meglio la massima cancellazione. Purtoppo, questo posizionamento non sempre corrisponde ai desideri del musicista, che di solito vuole avere tutti i monitor posizionati direttamente di fronte a sé.  In questi casi, è importante trovare un equilibrio tra le esigenze tecniche e i desideri dell’artista.

Controlla che i singoli monitor si comportino come previsto.

Se due monitor affiancati presentano una quantità di frequenze medio basse significativamente inferiore a quella di un singolo monitor, significa che la polarità di uno dei driver è invertita. Questo problema può verificarsi nella linea di alimentazione dalla console di missaggio, nel cavo di uno dei monitor, nella console di missaggio o nell’altoparlante stesso.  Effettuare un controllo funzionale di tutti i monitor prima dell’arrivo del gruppo è quindi una parte fondamentale della preparazione. 

Assicuratevi che tutti i wedge funzionino correttamente e abbiano lo stesso livello di volume. Una volta verificato il corretto funzionamento, si può iniziare ad agire con l’eq per eliminare frequenze soggette a feedback, preferibilmente facendo test con lo stesso microfono che verrà usato durante il concerto.

Un RTA (Real Time Analyzer) può essere utile per individuare con precisione le frequenze problematiche. Molte console di missaggio digitali includono un display RTA per ogni canale. È consigliabile impostare un tempo di risposta molto lento e, se possibile, attivare la funzione di peak hold. Questo consente di identificare facilmente le frequenze incriminate sul display e di attenuarle con precisione, anche dopo che il feedback è svanito, grazie al lento tempo di decadimento dell’RTA.

Monitoring per Band
Monitoring per Band · Fonte: kichigin19

Monitor Side Fills o Subwoofer?

Un classico modo per aumentare la presenza delle basse frequenze è accostare un subwoofer al monitor wedge. Il subwoofer dovrebbe essere configurato per coprire la gamma di basse frequenze utili, generalmente tra i 50 Hz e i 90 Hz. Ma attenzione: soprattutto nei piccoli locali al chiuso, è comune che si verifichino una o due risonanze sulle basse frequenze. Queste risonanze possono causare vibrazioni indesiderate sull’intero palco, peggiorando la qualità sonora dei monitor e creando un’esperienza di ascolto meno precisa per i musicisti.

I monitor side fills sono diffusori posizionati ai lati del palco e sono utilizzati per fornire un mix di monitoring più ampio e omogeneo ai musicisti. A differenza dei monitor wedge, che sono diretti verso un singolo musicista o gruppo di musicisti, i side fills proiettano il suono su una porzione più ampia del palco, coprendo più membri della band contemporaneamente. Sono particolarmente utili in situazioni in cui i musicisti si muovono molto sul palco e se tutti gli artisti richiedono esplicitamente di ascoltare tutti gli strumenti. I side fills sono spesso utilizzati per rafforzare il basso e la batteria, fornendo una base solida e potente su cui gli altri strumenti possono costruire.

Console di missaggio

La console di missaggio è il cuore di qualsiasi sistema audio live, utilizzata per controllare e mixare i segnali provenienti da vari strumenti e microfoni. È essenziale etichettare chiaramente tutti i mix di monitor, attivare gli equalizzatori e indirizzare un microfono talkback a tutti i wedge. Se si dispone di una console separata per il monitoring, è utile collegare un wedge di ascolto (identico ai monitor del palco) al bus PFL (Pre Fader Listen), in modo da poter monitorare ogni mix separatamente. 

Un modo per gestire eventuali problemi inaspettati è quello di assegnare tutte le mandate dei monitor a un gruppo DCA. In caso di feedback estremo, tutti i monitor possono essere abbassati rapidamente di qualche dB con un solo fader, rendendo il processo molto comodo e veloce. 

Il tecnico FOH (Front of House) è il responsabile del mix audio destinato al pubblico, lavorando dalla postazione in sala per assicurarsi che il suono sia bilanciato e di alta qualità, ottimizzando ogni elemento del mix per l’ambiente specifico e l’ascolto del pubblico.

Se avete ancora qualche canale libero sulla console di missaggio, vale la pena duplicare i canali più importanti (voce, strumenti solisti). In questo modo un canale viene utilizzato per il mix FoH, mentre il canale duplicato è dedicato esclusivamente al monitoring. Questa configurazione consente di trattare i segnali per il monitoring in modo indipendente da quelli del FoH.

Soundcheck

Dopo che la band ha installato il proprio “parco divertimenti”, composto da quattro Marshall fullstack e da una torre di amplificatori Ampeg SVT (in un locale di sole 200 persone) è il momento del soundcheck. In queste circostanze, l’ideale è iniziare testando il sistema di monitoring, lasciando il PA principale da parte per il momento.

La combinazione tra la backline e il segnale di monitoring può spesso creare un tale volume da rendere impossibile ottenere un mix FoH controllato. Alcune band sono disposte ad accettare suggerimenti rivoluzionari come “Potreste abbassare un po’ il volume degli amp?”, altre purtoppo no.

Con queste ultime, per proteggere l’udito del pubblico non è consigliabile cercare disperatamente di competere con il volume del PA del club. In questo caso, è sufficiente amplificare attraverso il PA solo gli elementi che non hanno una loro amplificazione naturale, come tastiere e campionatori. Così come, le voci, la cassa e alcuni tom. Tutto il resto è solitamente superfluo, sopratutto se il meter SPL della console segna valori a tre cifre.

È più semplice “fare rumore” se la band non alza il volume della backline. Questo è un problema molto meno grave negli eventi all’aperto o nelle grandi sale. In un club, invece, le cose si fanno davvero difficili. Backline rumorosa e sala piccola equivalgono ad avere un monitoring rumoroso. 

In questo caso è necessario mantenere i nervi saldi. Anche in situazioni assurde come la seguente: La band stessa è così rumorosa che sul palco indossa protezioni acustiche per tutto il tempo. Eppure i musicisti richiedono livelli elevati di monitoring per riuscire a sentirsi l’uno con l’altro. Gruppi come questo sono i candidati ideali per il monitoring in-ear! Se i musicisti sono già abituati ad indossare protezioni in-ear, non sarà difficile convincerli a passare ad un monitoring in-ear.

C’è da dire che anche con un volume moderato sul palco, gestire un monitor delle voci senza cuffie può rappresentare una sfida.

Tutto entro i limiti di ciò che è fisicamente possibile

E’ importante tenere conto che solitamente i cantanti sono quelli più suscettibili a problemi di monitoring e ad eventuali feedback. Anche se può sembrare stupido, il fatto che un cantante indossi occhiali o un cappello può cambiare il modo in cui il segnale di monitoring viene percepito.

Inoltre, alcuni cantanti, come i rapper, tendono a tenere le mani attorno al microfono, modificando la caratteristica direzionale del monitor e trasformandola in un modello omnidirezionale. Questo può rendere il suono più nasale, con un’accentuazione indesiderata nella gamma di frequenze tra 600 e 1200 Hz. Questi effetti devono essere valutati e ottimizzati durante il soundcheck, mentre il cantante prova e si esibisce sul palco.

Infine, è fondamentale controllare tutti gli strumenti che saranno suonati durante il concerto. Chi non ha mai vissuto la situazione in cui il cantante improvvisamente inizia a suonare un’armonica blues nel bel mezzo di una canzone, utilizzando il microfono della voce? Questa variazione di livello può sicuramente causare problemi, sia sul palco che tra il pubblico. Mantenete la calma e lavorate con precisione, sperando che alla fine del concerto la band apprezzi il buon suono del monitoring.

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