Classic Gear: Korg Poly-800 – Il polysynth economico degli anni ’80
Il Korg Poly-800 è un synth che trasuda anni ’80. Ecco come è arrivato a superare il prezzo di 1.000 dollari e come è diventato un successo senza precedenti.
Korg Poly-800
Può essere difficile da credere oggi, in un periodo storico in cui i sintetizzatori possono avere anche prezzi accessibili, ma esistevano tempi in cui non si poteva avere un polysynth per meno di 1000 dollari. Korg ha infranto questa regola con il Poly-800, un sintetizzatore analogico a otto voci che nel 1983 veniva venduto alla sorprendente cifra di 800 dollari. Di conseguenza, Korg ne vendette a vagonate. Tuttavia, non si sente parlare del Poly-800 quanto di altri sintetizzatori dell’epoca.
Ora però è il momento di dare a questo strumento l’importanza che si merita. Analizziamo nel dettaglio il Korg Poly-800, il chip unico alla base della sua architettura di sintesi e il modo in cui ha dato il via all’odierno trend dei sintetizzatori economici.
L’ottimo prezzo del Poly
Il primo polysynth relativamente economico di Korg è stato il Polysix, una tastiera a sei voci e VCO singolo uscita nel 1981. Seguì il sottovalutato Poly-61, un altro sei voci, questa volta con due DCO per ogni voce. Amo il loro timbro, ma la bassa risoluzione dei controlli digitali, che ha ridotto i costi, ha fatto storcere il naso a qualcuno. L’ultimo della serie e quello che ha raggiunto il perfetto equilibrio tra prezzo e numero di voci è stato il Poly-800.
Sebbene l’obiettivo fosse probabilmente quello di abbassare il prezzo il più possibile, il leggero case interamente in plastica lo rese popolare tra i turnisti nei live. Inoltre, poteva essere alimentato a batterie, il che lo rendeva portatile. Ispirandosi allo Yamaha CS01, aveva anche dei pioli sul lato per le tracolle delle chitarre. Non c’era il mod grip come sul Roland SH-101, ma era comunque valido. A giudicare da come sono conciati molti Poly-800 sopravvissuti, era chiaramente uno dei preferiti dalle band in tour.
Un altro modo in cui Korg riuscì a mantenere il prezzo basso fu quello di comprimere la maggior parte della sintesi su un singolo chip. La Curtis Electromusic Specialties ebbe la stessa idea con il suo CEM3396, che uscì l’anno successivo. Fumio Mieda, ingegnere Korg di lunga data, fece un uso intelligente di un MSM5232 della Oki Electric, utilizzato nei videogiochi e nei sistemi di broadcast televisivo. Spremendo il chip il più possibile, riuscì a farlo funzionare come doppio DCO, envelope e persino come filtro.
Struttura del Poly
Il Korg Poly-800 aveva una struttura di sintesi insolita dato l’utilizzo dell’Oki MSM5232. Vediamo come funziona.
Erano presenti due DCO, ciascuno capace di generare due forme d’onda: quadra e dente di sega (in realtà una versione modificata dell’onda quadra). Alcuni dicono che il Poly-800 suona come se emettesse sempre onde quadre, anche quando dovrebbe essere una dente di sega, ma piuttosto che vedere il bicchiere mezzo vuoto, mi piace pensare che sia particolarmente capace di generare onde quadre, come per i bassi e gli organi.
L’altra cosa strana è che, come per un vero organo, la sintesi era additiva. Piuttosto che selezionare la lunghezza d’onda per ogni DCO, si potevano miscelare quantità diverse a 16′, 8′, 4′ e 2′. (Questo non è un caso unico al 100%, dato che anche l’SH-7 della Roland aveva un oscillatore additivo).
Il Poly-800 era in grado di suonare otto voci, ma solo in modalità “DCO singolo”. L’utilizzo di entrambi i DCO contemporaneamente riduceva il numero di voci a quattro. Mentre ogni DCO aveva il proprio envelope, era presente un solo filtro, un lowpass a 24 dB/ottava. Sì, il Poly-800 era parafonico. A proposito di envelope, erano in realtà envelope ADBSSR: ovvero Attack, Decay, Break, Slope, Sustain e Release. Tanta roba per il 1983.
Altre stranezze erano un chorus analogico stereo, uno step sequencer (non semplicissimo da usare), un generatore di rumore (che condivideva un envelope con il filtro!), la chord memory e il MIDI, anche se purtroppo non supportava il SysEx.
Nuove versioni del Poly-800
Il Korg Poly-800 si dimostrò abbastanza popolare, tanto che la Korg decise di realizzarne nuove versione. Offrì un modello in edizione limitata con tasti di colore inverso e una versione in formato desktop, l’EX-800 (che fortunatamente aveva il SysEx).
Nel 1985, Korg diede seguito al Poly-800, di colore verde e marrone, con il Poly-800 MkII, molto più accattivante, blu e nero. Oltre ai nuovi colori (in linea con il DW-8000), presentava anche un delay digitale al posto del chorus analogico e, naturalmente, il SysEx. A mio parere, questo è il Poly-800 da acquistare, poiché il delay è in grado di produrre effetti di pitch piuttosto selvaggi.
Moddare il Poly
Data la mancanza di controlli manuali sul Poly-800, nel corso degli anni sono state sviluppate numerose mod per il Poly-800, l’EX-800 e l’800 MkII. La più comune è la Moog Slayer Filter Mod, che aggiunge due knob per il controllo del cutoff e della risonanza del filtro.
Altre mod includono uno switch per commutare il filtro tra 24 e 12dB/oct (sì, c’è un filtro a 2 poli inutilizzato nascosto lì dentro), l’ingresso audio per il processing di sorgenti esterne attraverso il filtro, la modulazione FM del VCF e il SysEx per l’800 originale.
Ho fatto la Moog Slayer Mod sul mio 800 e, sebbene sia divertente, bisogna fare attenzione alla risonanza, che può diventare veramente estrema. (Tuttavia, “veramente estrema” potrebbe essere proprio il tipo di risonanza che state cercando).
Un Natale a tema Poly
Ho un debole per il Korg Poly-800 perché è stato il mio primo sintetizzatore. Ero stanco di studiare musica classica; volevo suonare le canzoni di Prince. I miei genitori furono così gentili da regalarmi un Poly-800 per Natale nel 1984, per realizzare il mio sogno di diventare Dr Fink.
È buffo pensare che ho imparato la sintesi sul Poly-800, visto quanto è insolita la sezione degli oscillatori. Per non parlare di quegli strani envelope! Ma ho imparato molto grazie a lui.
Ho tenuto il mio 800 fino al 1990 circa, quando mi sono appassionato al sampling e all’EBM dei Front 242 e degli Skinny Puppy, tra i tanti. Se avessi saputo che i Death In June usavano un Poly-800, forse non me ne sarei sbarazzato.
Ho preso il mio attuale a un prezzo stracciato circa sette anni fa. Faceva parte del primo lotto, il che significa che non aveva una batteria interna: rimuovendo le pile D, perdevi tutti i tuoi preset salvati. Ne ho inserita una quando ho fatto la Slayer Mod.
Riconsiderare il Korg Poly-800
Per un po’ di tempo si è parlato male del Poly-800 (Polyester-800, lo hanno chiamato) perché non era un “vero synth” come il Polysix o il Juno-106. Fortunatamente questa moda è in gran parte terminata e le persone sono ora disposte a considerarlo per quello che è, piuttosto che per quello che non è. Certo, è un po’ stravagante, ma questo fa parte del suo fascino.
Ritengo inoltre che il Poly-800 sia il primo sintetizzatore “low-cost“. Come i sintetizzatori Volca e Behringer Mini di oggi, il Poly-800 è riuscito a racchiudere un bel po’ di strumenti in un pacchetto economico.
Ottenere quel suono plasticoso
Se desiderate aggiungere un 800 al vostro studio, vi diamo un consiglio. Ce ne sono molti in giro, ma molti di essi sono stati maltrattati durante i tour, per cui prima dell’acquisto è bene dare una bella occhiata. Inoltre, controllate l’alloggiamento della batteria. Molti hanno danneggiato l’interno a causa di batterie dimenticate che perdevano liquido.
Nessuno ha ancora fatto uscire una riedizione del Poly-800. Non è nemmeno presente nella collection di software Legacy della Korg. La cosa che più si avvicina è l’elegante (e gratuito!) soft synth Fury-800 della Full Bucket Music.
Se volete qualcosa nello spirito del Poly-800, posso suggerirvi un Korg Volca Keys o un Behringer JT-4000 Micro. Stravaganti e dal prezzo contenuto, saranno sicuramente i Poly-800 del futuro. E, sebbene non sia analogico, il MicroKorg è certamente nello spirito economico e allegro del Poly-800.
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