KORG multi/poly: non è come pensate! O forse si?
KORG continua la sua linea di sintetizzatori basati su Raspberry Pi resuscitando un nome familiare del passato con un tocco di novità. Ecco il nuovo KORG multi/poly.
Quando qualche anno fa KORG lanciò la sua gamma di sintetizzatori basati su una scheda Raspberry Pi Compute, non poteva rendersi conto di quanto successo avesse per le mani. Nonostante alcune piccole carenze, i motori dei synth hanno davvero colpito nel segno e la piattaforma prospera ancora oggi.
Ogni synth, costruito in uno chassis quasi identikit, richiamava i precedenti synth KORG degli anni ’80 e, soprattutto, aggiungeva nuove funzionalità non possibili all’epoca. Il wavestate, il modwave e l’opsix hanno generato (alla fine) moduli desktop e montabili a rack, mentre il wavestate e l’opsix hanno avuto versioni SE a 61 tasti a grandezza naturale.
Il KORG multi/poly
Ora KORG ha aggiunto un nuovo strumento alla gamma e anch’esso si richiama alla ricca storia di successo di KORG. Il KORG multi/poly è una versione del 2020 del mono/poly, sia in termini di suoni che di estetica, ma è molto di più.
Non possiamo non cominciare dall’aspetto. Frontale blu, inserti in legno… non ci si può sbagliare sul suo aspetto. Ma cosa c’è sopra il pitch bend e le mod wheel? È un KAOSS pad! Questo ci dà un indizio su cosa c’è sotto il cofano, visto che anche il modwave ne aveva uno? Sì, ha ancora 37 tasti, il che potrebbe infastidire alcuni, ma sono semi-pesati e sensibili alla velocity e alla release-velocity. Non c’è aftertouch, però.
Molto di più dell’analogico
Avreste ragione, perché i quattro oscillatori possono essere “classici” analogici virtuali o digitali a wavetable. Si tratta di una stuzzicante combinazione di sorgenti di generazione sonora, che diventa ancora più eccitante con l’aggiunta di doppi filtri che riproducono gli originali Mono/Poly, MS-20, Mini e Pro.
Questi ultimi due filtri sono ricreazioni di filtri classici di altri produttori innovativi di un tempo. Gli indizi su quali siano sono nei nomi!
Il multi/poly è il primo strumento di KORG a utilizzare la tecnologia di modellazione analogica di nuova generazione e, se questo è un dato di fatto, il futuro dei sintetizzatori VA di KORG si prospetta davvero molto luminoso. La fusione di VA, wavetable e waveshaping significa che quasi tutto è possibile dal punto di vista sonoro.
Ogni voce impiega una ‘Virtual Voice Card’. Gli oscillatori, i filtri, gli envelope, gli LFO e i circuiti di portamento di ciascuna scheda modellano le variazioni dell’hardware analogico, il che significa che ogni voce presenta una leggera differenza di carattere. Questa variazione può essere controllata dall’utente finale, che può utilizzarne una quantità pari o inferiore a quella desiderata.
Con quattro oscillatori per programma, ciascuno in grado di utilizzare uno dei tre tipi di oscillatore, potete immaginare le possibilità sonore che il KORG multi/poly può creare. È presente anche un generatore noise separato con filtering e saturazione propri.
Anche le funzioni di modulazione sono abbondanti. Ci sono opzioni di routing flessibili per ring modulation e incrociata e la sincronizzazione degli oscillatori, cinque LFO, sei processori di modulazione e quattro, sì, QUATTRO envelope DAHDSR! È inoltre possibile impilare fino a quattro programmi per creare layer, split e performance layer-rotate.
Effetti completi
Tutto questo può passare attraverso tre blocchi FX con una gamma di multieffetti, un riverbero master e un equalizzatore master. Sono inoltre presenti Motion Sequencing 2.0, KAOSS Physics tramite pad, quattro controlli MOD programmabili e un arpeggiatore. La polifonia massima è di ben 60 voci!
Gli utenti hanno la possibilità di importare le proprie wavetable in formati standard e, come per gli altri sintetizzatori basati su Pi, è disponibile un’applicazione editor/librarian dedicata per Mac e PC. La connettività comprende uscite di linea e cuffie, ingressi per pedali, MIDI a 5 pin e USB-B e l’unità viene fornita con il proprio alimentatore e la custodia morbida!
Ulteriori Informazioni
KORG continua a sorprenderci con questi sintetizzatori salvaspazio, e non si può fare a meno di pensare che questa potrebbe essere una risposta alla svolta di una certa azienda teutonica/cinese sulla sua eredità. Il multi/poly KORG non è solo un Mono/Poly rinnovato. è molto più di questo. Inoltre non ha l’aftertouch come i suoi fratelli precedenti, il che fa sorgere la domanda: ci sarà una versione SE nel 2025?
È probabile che ci sarà, insieme a un modulo e quasi certamente una versione del software. Ma quello che sappiamo è che, se gli esempi precedenti sono qualcosa su cui basarsi, questi probabilmente verranno venduti a quantità.
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