Intervista a Riccardo Ierardi: Batterista in tour con Tredici Pietro tra sonorità Rap, Rock e Trap
Il protagonista di questa intervista è Riccardo Ierardi, batterista milanese che, reduce dal Tour con Tredici Pietro, ci ha svelato la strumentazione che ha utilizzato e tutti i dettagli della preparazione del Tour!
L’intervista è disponibile anche in versione video sulla pagina Instagram ufficiale di Passione Strumenti!
Conosciamo meglio Riccardo
Riccardo Ierardi, classe ’93, all’età di 18 anni si trasferisce a Londra per conseguire la laurea in Popular Music Performance presso la BIMM Music School. Da subito collabora con importanti artisti dell’industria musicale italiana ed internazionale. Grazie alla sua distintiva versatilità, ha l’opportunità di esibirsi in diversi club e arene in Italia, Europa e America.
Passione Strumenti: Partiamo dal Setup: che batteria hai usato per questo tour con Tredici Pietro?
Riccardo Ierardi: Ho usato una Mapex Orion Series, in acero. Per quanto riguarda la scelta dei fusti ho optato per un setup standard partendo dalla cassa misura “22 , rullante “15×5, tom da “10 e timpano da “16 per ottenere un ampio range sonoro. Piatti Paiste formula 602, 2002 series e PSTX. Per riprodurre le sonorità elettroniche e digital, mi sono affidato alla Yamaha DTX Multi 12. Molti dei suoni originali prodotti in studio sono stati importati proprio nei pad per una coerenza con le sonorità del disco.
Inoltre ho integrato il mio setup con un secondo rullante aggiuntivo misura “8 del marchio americano SmackPac per emulare il più possibile gli snares con sonorità drum n bass e trap.
Questa batteria è stata la prima che ho ricevuto come regalo di promozione della terza media quindi ci sono molto affezionato. Il fatto che abbia calcato palchi importanti mi rende molto orgoglioso.
P.S.: Come sono stati arrangiati i pezzi dalle versioni in studio alle versioni live?
R.I.: Arrangiare i brani per riprodurli al meglio live è uno degli aspetti che mi piace di più e mi stimola tantissimo. La ricerca di suono adeguato per soddisfare artista e produzione è fondamentale.
In questo caso abbiamo voluto impostare uno show molto diretto e d’impatto: 2 ore piene senza alcuna pausa con sonorità rock e dure, passando per pezzi più hip hop e trap ma mantenendo comunque una coerenza con il genere di Pietro senza snaturare troppo il sound e dando un valore aggiunto capace di giustificare la presenza della band.
Siamo riusciti ad ottenere il giusto connubio e versatilità di genere mettendo nelle condizioni Pietro di essere il più possibile a suo agio e confidente con i musicisti. Devo dire che lui stesso è stato di fondamentale aiuto per ricercare insieme a noi il suono giusto per la realizzazione di uno show di alta qualità. Lavorare con artisti come lui è sempre un piacere e un privilegio.
P.S.: Come hai gestito la versatilità di suono tra la batteria acustica e il sound Trap-digital di Tredici Pietro?
R.I.: Ogni brano di Pietro è stato arrangiato in maniera che live potesse essere d’impatto con la band. Abbiamo utilizzato sequenze mantenendo dei pattern elettronici dove io andavo ad integrare dei groove suonati sia con la batteria acustica sia con i pad della Yamaha.
In alcuni brani invece sono stati proprio tolti i pattern di batteria e li ho sostituiti creando dei groove alternando hi hat acustici e hi hat elettronici. Stessa cosa con il suono di rullante. In un brano addirittura ho usato quattro suoni diversi pur avendo solo due rullanti fisici. Quindi anche l’accordatura dei rispettivi fusti è fondamentale per essere il più versatile possibile.
Il rullante principale è stato accordato per ottenere sonorità piene e molto attacco con tonalità medio basse. Sul secondo rullante, essendo piccolo di diametro, ho mantenuto un’accordatura molto alta e squillante mentre gli altri due snare li ho impostati su i pad della Yamaha e ho scelto due suoni diversi come gli snap e i clap tipici delle sonorità del genere di Pietro.
Mi piace tantissimo alternare e scegliere i suoni differenti in base al pezzo e al genere. In situazioni come queste è fondamentale la scelta della strumentazione adeguata. Penso che tutti i batteristi della nuova generazioni debbano essere a proprio agio nell’integrare le parti elettroniche al proprio set.
P.S.: Canzone preferita del tour da suonare live
R.I.: Sicuramente tutte le canzoni di Pietro sono belle e divertenti da suonare. La maggior parte, per come le abbiamo arrangiate, sono anche impegnative. Sicuramente le mie due preferite sono Solito posto, soliti guai e Guardami le spalle.
P.S.: Canzone più difficile da riprodurre live?
R.I.: Guardami le spalle, perché ha un ritmo molto veloce, quasi drum n bass quindi è fondamentale mantenere un groove solido, costante e bilanciato. Avendo sonorità drum n bass ho scelto due rullanti diversi: uno per la strofa e uno per il ritornello per dare versatilità al sound. È anche il pezzo dove la batteria ha un ruolo determinante quindi suonarlo live è sempre molto coinvolgente.
P.S.: In fine, la domanda che tutti vogliono fare: raccontaci l’aneddoto più divertente del Tour con Tredici Pietro
R.I.: Di aneddoti divertenti durante il tour con Pietro ce ne sono talmente tanti che sarebbe difficile individuarne uno in particolare.
Sicuramente, per me, la situazione più assurda è stata quella in cui la sera prima del rock in roma, probabilmente la data più importante del tour, ero a suonare negli stati uniti in uno dei locali più prestigiosi di Seattle.
Subito dopo il concerto ho preso l’aereo per l’Italia sapendo che avrei affrontato 11 ore di volo più 9 di fuso orario, con la possibilità che potesse succedere qualsiasi tipo di imprevisto.
Sono arrivato a Roma 6 ore prima del concerto e mi sono catapultato sul palco dell’ippodromo delle Capannelle davanti a 20mila persone.
Fisicamente ero sul palco, ma mentalmente non stavo capendo nulla. Un mix di adrenalina, stanchezza, carica, gratitudine, paura… di tutto! Sicuramente ricorderò per tutta la vita questa esperienza.
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