I monopoli nell’industria musicale: ostacolano la crescita?
I monopoli nell'industria musicale: ostacolano la crescita? · Fonte: Robert Liner / Unsplash
I monopoli nell’industria musicale sono un fenomeno molto diffuso che colpisce gli artisti di ogni livello, dagli indipendenti alle major.
Come in ogni settore, anche in quello dei monopoli si verificano violazioni di alcuni aspetti etici delle pratiche commerciali. Nel campo della musica, aziende come Live Nation Entertainment, Spotify ed Eventim hanno da anni una posizione dominante nei rispettivi settori, ma a quale scopo e cosa possiamo fare noi artisti e fan della musica?
I monopoli nell’industria musicale
L’industria discografica è crollata da tempo e questo ha cambiato completamente la dinamica del business dell’intrattenimento. Ora, con la maggior parte degli artisti che vedono ricavi trascurabili dallo streaming, fondamentalmente un formato promozionale, l’esibizione dal vivo rimane il Santo Graal. Tuttavia, il gioco è truccato in molte fasi.
Live Nation Entertainment
Nel settore della musica dal vivo, Live Nation ha messo a segno un grande colpo nel 2010 con la fusione con Ticketmaster. Oggi l’azienda controlla 3 settori chiave dell’attività di intrattenimento dal vivo, il che le dà il potere di esercitare un’influenza ovunque lo ritenga opportuno: una prospettiva pericolosa.
Per quanto riguarda il settore immobiliare, Live Nation possiede o controlla oltre 100 sedi chiave negli Stati Uniti. Sebbene questo fattore da solo renda impossibile il successo di un artista senza avere una qualche forma di rapporto con LNE, è solo la punta dell’iceberg.
C’è poi la componente promozionale della macchina, un servizio cruciale su cui gli artisti fanno affidamento e che pagano a caro prezzo. In questo caso, però, non c’è alcun incentivo all’uguaglianza, poiché LNE darà la priorità agli artisti che le portano il maggior numero di entrate.
Cifre tratte dal financial overview di LNE, secondo trimestre 2023
L’ultima diramazione della triade è Ticketmaster, che assicura il monopolio di LNE con assoluta certezza. Qui LNE domina sia il mercato diretto che quello della rivendita, costringendo i suoi concorrenti a utilizzare Ticketmaster come fornitore in molti casi, poiché semplicemente non hanno le stesse risorse per trattare con le major.
Inoltre, questo approccio totalitario alla vendita dei biglietti consente a LNE di commettere gravi inadempienze nella fornitura del servizio senza alcuna conseguenza, come abbiamo visto con la debacle dei biglietti di Taylor Swift.
Da allora, Live Nation ha recentemente effettuato dei “risarcimenti” a favore degli artisti, con iniziative come l’abolizione delle tariffe per la vendita di merchandising nei locali e la concessione agli headliner di un supplemento di 1.500 dollari per coprire le spese.
Spotify
Il ruolo dell’artista nel mondo dello streaming online è più che mai una mera formalità e il volume sempre crescente di contenuti disponibili rende più difficile per un artista distinguersi nel mare infinito di ciò che è disponibile.
Spotify, tuttavia, non ha mai affermato di avere in mente gli interessi degli artisti. Fin dall’inizio, sono state le major discografiche a cercare di sfruttare le quote di mercato della piattaforma e la visibilità dei loro artisti di punta.
Il valore risiede nella base di abbonati gratuiti e premium, che quest’anno ha superato il mezzo miliardo. Tuttavia, i 210 milioni di abbonati premium di Spotify rappresentano solo il 40% dei suoi utenti totali, con 317 milioni di abbonati ad-supported.
Gli introiti pubblicitari sono, ovviamente, un’altra priorità per la piattaforma e un altro ostacolo per gli artisti nello spazio dello streaming digitale è che gli algoritmi stanno iniziando a favorire i contenuti di lunga durata come podcast, vlog e persino canali di streaming rispetto alla musica.
Percentuale di abbonati allo streaming musicale, 2° trimestre, 2022
Invece delle visualizzazioni o del numero di abbonati, il segreto è la fidelizzazione del pubblico. Il vostro prossimo singolo di successo non è solo in competizione con altre canzoni per il successo in classifica e la diffusione radiofonica. Ma anche con tutti i contenuti presenti sulle piattaforme che utilizzate.
Dall’era della pandemia, la creazione di contenuti è diventata rapidamente il fiore all’occhiello del settore dell’intrattenimento in termini di ricavi, con Spotify che ha investito miliardi per assicurarsi i diritti esclusivi di creatori di contenuti long-form come Joe Rogan.
I contenuti di lunga durata hanno anche un peso maggiore per gli inserzionisti, poiché il pubblico è molto più ricettivo quando consuma podcast video o audio.
Ma dove si collocano gli artisti che iniziano a lavorare o che cercano semplicemente di sostenere le loro attività nel 2023? Ci sono sicuramente alcuni sistemi aziendali inevitabili sia negli spazi live che in quelli di streaming, per cui è fondamentale imparare ad orientarsi.
Cosa ne pensate del ruolo di aziende come Live Nation e Spotify nel panorama dell’industria odierna? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto!
Altro sui monopoli nell’industria musicale:
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