GForce Software Axxess – Un Synth dal Carattere Eccentrico
GForce Software Axxess rappresenta una sorprendente emulazione software del meno conosciuto ARP Axxe. Questo synth è degno di essere immortalato via software? Per rispondere a questa domanda, esploriamo le caratteristiche e le prestazioni di questo software, scoprendo se riesce a catturare fedelmente lo spirito del suo predecessore analogico.
GForce Software Axxess – Caratteristiche principali
- Ricreazione software dell’ARP Axxe
- Interfaccia utente completamente scalabile
- Browser di preset efficiente
- Arpeggiatore e sequencer semplice a 16 step
- Effetti di distorsione, delay stereo e riverbero a matrice
- Manopola Vintage per autentiche imperfezioni analogiche
- Modalità monofonica, monofonica Legato e polifonica a 6 voci
- Vaste opzioni di modulazione tramite X-Modifiers
GForce Software ci sorprende con Axxess, un sintetizzatore che si rivela grande in termini di funzionalità. Questo omaggio affettuoso al fratello minore dell’Odyssey subisce l’elaborato trattamento di GForce Software. L’approccio si basa su un equilibrio preciso tra autenticità e modernizzazione di questo piccolo gioiello. Prima di esaminare da vicino i dettagli di Axxess, facciamo un breve viaggio nel passato per comprendere la storia che è dietro a questa creazione.
L’ARP Axxe
Uscito nel 1975, l’ARP Axxe era sostanzialmente un Odyssey ridotto. Presentava un’architettura semplice e basilare, composta da un singolo oscillatore, un singolo filtro, un singolo generatore di envelope e un LFO. Era simile, sebbene precedente, a synth come l’SH-101 o il CS-01, semplificando tutto alle basi e offrendo agli appassionati uno strumento di qualità.
La prima versione dell’Axxe seguiva il design dell’Odyssey Mk.II con il suo pannello nero e oro e i lati in legno spesso. Successivamente, adottò la combinazione di colori nero e arancione della Mk.III Odyssey. Ereditò anche il particolare design dei tasti con i denti a becco d’oca, che suscitò reazioni contrastanti tra i tastieristi!
Guardando indietro all’eredità di ARP, l’Axxe non è mai stato molto amato. Onestamente, quando GForce mi ha contattato qualche tempo fa invitandomi a provarlo, ero perplesso sul motivo per cui si interessassero a qualcosa di così “fuori dal radar”.
Interfaccia Grafica
L’ARP Axxe era un prodotto piuttosto essenziale, e l’Axxess aggiunge sicuramente nuovi elementi. Quando si avvia il sintetizzatore per la prima volta, la parte superiore dell’interfaccia si rivela subito. Questa sezione comprende gli ormai rodati XLFO e XADSR, comuni in molti nuovi synth GForce.
Sono presenti anche alcuni effetti di base, tra cui distorsione, delay e riverbero. Come in altri software di GForce, questi effetti sono semplici ma incredibilmente validi.
Sotto questa sezione, troviamo il familiare layout in stile ARP. Oltre a qualche aggiunta per il controllo della velocity sul filtro e sul VCA… chiunque abbia familiarità con l’Axxe si sentirà a casa.
Ancora una volta, e presumibilmente ispirati dalla propensione di Alan R. Pearlman a codificare i controlli per colore, i fader sono colorati in corrispondenza a come le loro impostazioni influenzano gli altri dello stesso colore. È un paradigma brillante che sono sicuro sarebbe approvato dallo stesso Alan.
Sotto di essa si trova l’area della tastiera. A sinistra si trovano i noti pulsanti PPC (Proportional Pitch Control) e un interruttore per selezionare l’attivazione della tastiera o del sequencer. C’è anche l’ormai comune manopola “Vintage”. Come tutte le altre, introduce un grado di de-calibrazione dei vari componenti per simulare una macchina invecchiata.
A destra dei tasti si trovano gli interruttori mono/legato/poly e i controlli di modalità unison e spread. L’Axxe era, come ci si aspetterebbe, un monosynth. L’Axxess offre sei voci e questo da solo lo rende un sintetizzatore molto più interessante dell’originale hardware.
Se si elimina la schermata delle caratteristiche estese, ci si ritrova con un sintetizzatore estremamente semplice da navigare e, proprio come il suo predecessore, è un ottimo sintetizzatore per iniziare. Questa è una cosa che ho sempre amato di questo, o dell’SH-101. La semplicità dell’interfaccia permette ai principianti di familiarizzare con la sintesi analogica di base. L’Axxess non fa eccezione.
Il Suono
In termini di qualità sonora, l’Axxess non delude. I fan dell’Oddity sapranno esattamente cosa intendo. Negli ultimi anni GForce ha fatto un lavoro notevole per quanto riguarda la fedeltà al suono analogico. Una delle prime cose che controllo quando provo un synth è il filtro. Abbasso gli oscillatori a zero, aumento la risonanza e vedo se si auto-oscilla.
E l’Axxess non delude le aspettative. Con questo filtro ci si può divertire in tutti i modi e diventa molto musicale, molto rapidamente.
L’oscillatore stesso è grande, grasso e incisivo e quando si preme l’interruttore della modalità Unison, diventa super. Anche in questo caso, la semplicità dei controlli rende Axxess un synth molto divertente e poco impegnativo.
Il sub-VCO aggiunge corpo al suono. Quest’onda quadra si colloca un’ottava sotto l’oscillatore principale ed entra in gioco tramite la sezione Audio Mixer. È uno strumento brillantemente utile e semplice.
L’apertura a sei voci di polifonia rende l’architettura dell’Axxess davvero fluida. Mi aspettavo che fosse parafonico, ma no, questo è completamente polifonico (consiglio questo video che ne descrive la differenza).
Performance & Caratteristiche per Sound Design
Le straordinarie funzioni XLFO e XADSR di GForce sono ancora una volta implementate, estendendo l’LFO e l’ADSR ben oltre le capacità del synth originale, e possono essere utilizzate in una serie di modi creativi per espandere e abbellire ulteriormente il suono. Ma una delle cose più divertenti di Axxess è l’inclusione dello step-sequencer. Il design è molto simile a quello di un ARP ed è incredibilmente divertente da usare. La lunghezza della sequenza può essere compresa tra uno e sedici step e i cursori possono essere utilizzati per modificare i valori delle note o della velocity.
Sono disponibili numerose impostazioni che consentono di creare le sequenze, come Swing, Mode e Scale. La modalità Sequencer può passare alla modalità Arp, in modo che la sequenza possa essere controllata dalle note suonate.
Verdetto Finale
Non voglio mentire. Quando ho aperto Axxess per la prima volta, sono rimasto leggermente deluso. Credo che negli ultimi due anni GForce ci abbia regalato strumenti enormi con cui giocare. OB-E, Minimonsta 2 e OB-X ci hanno davvero viziato quando si tratta di emulazioni analogiche.
Quindi, inizialmente l’Axxess mi è sembrato un po’ carente. Ma sono il primo ad ammettere che mi sbagliavo di grosso. Ciò che mi ha fatto cambiare idea è stata la modalità sequencer. Scorrendo alcuni dei preset si è accesa una luce nella mia testa e all’improvviso l’Axxess ha cominciato ad avere un senso.
Sebbene Axxess sia polifonico a sei voci, e riesca a creare pad e texture davvero bene, il punto in cui eccelle è permettere a quell’oscillatore carnoso di risplendere su note singole.
Per non parlare del filtro! Immagino che Axxess sarà usato prevalentemente per i bassi e i lead, ma le voci aggiuntive vi permetteranno di far fiorire maggiormente questi suoni.
Tanto di cappello anche al team di sound design. Con il software sono inclusi alcuni preset davvero fantastici, tutti presentati in modo eccellente attraverso il nuovo patch browser di GForce.
Ulteriori informazioni:
Axxess di GForce Software è disponibile ora al prezzo di lancio scontato del 50% di 45€.
GForce Axxess funziona come applicazione standalone, oltre che con AudioUnit, AAX, VST e VST3 su macOS e AAX, VST e VST3 su Windows.
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