a cura di Gianluca Mannini | Tempo di lettura approssimativo: 3 minuti
Dal 2024 Spotify Non Pagherà Più i Brani Sotto i 1000 Stream!

Dal 2024 Spotify Non Pagherà Più i Brani Sotto i 1000 Stream!  ·  Fonte: M4OS Photos / Alamy Stock Foto

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Spotify ha annunciato la sua intenzione di ignorare tutte le canzoni che non raggiungono almeno 1000 streaming a partire dal 2024. Ciò implica che le canzoni con meno di 1000 stream non riceveranno alcun pagamento o royalty. L’obiettivo di Spotify è ridistribuire i fondi trattenuti in questo modo a tutti gli artisti e musicisti che hanno superato questa soglia. Cosa ne pensate di questa proposta? Vi sembra una decisione positiva o una scelta ingiusta?

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Spotify e Royalties

Il gigante dello streaming, Spotify, ha recentemente annunciato un importante cambiamento nella sua struttura di pagamento che avrà inizio nel primo trimestre del 2024. Secondo questa nuova politica, i brani con meno di 1000 streaming all’anno non riceveranno più un compenso. In altre parole, affinché gli artisti o i detentori dei diritti guadagnino dei soldi da un brano su Spotify, dovrà essere ascoltato in streaming almeno 1000 volte. Fino a oggi, ogni brano riprodotto per più di 30 secondi generava un pagamento, ma questa regola sta per subire una significativa modifica. 

C’è da dire che oltre due terzi della musica presente su Spotify non ha raggiunto la soglia dei 1000 stream e non genererà alcuna royalty in base alle nuove regole. Secondo Music Business Worldwide, Spotify vuole utilizzare questo cambiamento per ridistribuire il denaro dallo 0,5% degli artisti che hanno meno di 1000 stream all’anno al restante 99,5%. Si stima che, solo nel 2024, circa 40 milioni di dollari andranno agli artisti che rientrano in questo gruppo come risultato di questa decisione.

Nuove regole per il mondo dello streaming?

Nel prossimo anno, Spotify introdurrà altre due misure. La prima è mirata a combattere le frodi e prevede sanzioni per distributori ed etichette che consentono flussi di ascolti e denaro fraudolento. La seconda misura riguarda i contenuti “funzionali” e quelli “non musicali”, come rumore bianco, che richiederanno tempi di riproduzione più lunghi per generare royalties. 

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Penso che queste due precauzioni siano molto positive e che erano attese da tempo dalla community.

Queste decisioni ricordano quelle prese da Deezer, che ha introdotto modifiche simili all’inizio di quest’anno. La nuova politica di Spotify potrebbe a prima vista sembrare un ulteriore colpo per gli artisti indipendenti che già guadagnano poco dallo streaming. Tuttavia, è importante notare che il limite di 1000 stream riguarda principalmente le canzoni che generano meno di 5 dollari all’anno. Questa modifica è mirata a canzoni con guadagni estremamente bassi che spesso non raggiungono nemmeno gli artisti, a causa della soglia minima di pagamento definita da distributori e etichette. 

In che modo le nuove strategie andranno a vantaggio di Spotify e dei musicisti?

A prima vista, queste “sanzioni” potrebbero sembrare drammatiche, soprattutto per i piccoli artisti e musicisti. Tuttavia, una riflessione più approfondita fa emergere il fatto che questi cambiamenti potrebbero portare benefici per tutte le parti coinvolte. Inoltre, potrebbero incoraggiare i musicisti a dare maggiore importanza alla qualità rispetto alla quantità, con la prospettiva di generare più streaming in tutto il mondo.

Cosa ne pensate di questi cambiamenti? Vi invitiamo a condividere il vostro parere nei commenti qui sotto!

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Dal 2024 Spotify Non Pagherà Più i Brani Sotto i 1000 Stream!

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4 risposte a “Dal 2024 Spotify Non Pagherà Più i Brani Sotto i 1000 Stream!”

    Svevo Codella dice:
    0

    Queste riforme erano attese dalla community?? Cerca di parlare con gli artisti (e non parlo di quella minoranza che ci guadagnerà essendo già famosa e avendo già ascolti elevati) prima di parlare per loro. Noi artisti che facciamo “solo” centinaia di ascolti per brano almeno ci pagavamo i servizi obbligatori per caricare musica sulle piattaforme.

      Gianluca dice:
      0

      Grazie per il tuo commento. Quando parlo di cambiamenti attesi, mi riferisco alle misure relative al riciclaggio di denaro, che prevedono sanzioni per chi acquista ascolti fake, e alle misure per la quale sarà prevista una compensazione ridotta per i contenuti “non musicali”. Si tratta di questioni complesse e, al momento, l’impatto effettivo rimane incerto. Questi cambiamenti potrebbero risultare troppo modesti per contrastare efficacemente il riciclaggio di denaro e, al contempo, troppo restrittivi a discapito di artisti meno noti.

      Per quanto riguarda la decisione di non pagare brani al di sotto di 1000 stream, riconosco che si tratta di una scelta controversa che sicuramente andrà a penalizzare i piccoli artisti. Tuttavia, personalmente, ritengo che potrebbe incentivare un miglioramento della qualità dei contenuti sulla piattaforma.

      In generale, sono d’accordo con te sulla necessità di valutare attentamente l’impatto pratico di queste riforme. Penso che la trasparenza e la comunicazione aperta da parte di Spotify siano fondamentali per garantire che le nuove regole rispondano alle esigenze reali della community.

      Un saluto!

        Svevo Codella dice:
        0

        Personalmente non credo che dover inseguire il gusto massificato (ovvero cercare di fare qualcosa che, già nelle intenzioni dell’artista, debba piacere a più persone possibili) sia un modo per migliorare la qualità dei contenuti. Al massimo si può migliorare un prodotto medio, standardizzato. Inoltre la quota mille indurrà ancora di più (e, a questo punto, comprensibilmente) a pagare per ascolti fake, come avviene ad esempio per Youtube. Quanto alla trasparenza non so se ce la potremo aspettare da un colosso del genere ma staremo a vedere.

          Gianluca dice:
          0

          Ciao Svevo! Capisco appieno le tue incertezze sulla questione.. Staremo a vedere cosa succederà.. Speriamo che gli artisti più piccoli non rinuncino a innovare e continuino a fare la musica che desiderano!

          Andrebbe affrontato anche il tema dell’importo che Spotify paga per ogni stream. Personalmente, ritengo fondamentale suscitare un dibattito su queste questioni spesso trascurate.

          Magari in futuro, potrebbero emergere nuovi concorrenti più equi; un esempio è Rokk, del quale puoi leggere di più in questo articolo.

          https://www.passionestrumenti.it/rokk-il-nuovo-servizio-di-streaming-rock-metal-e-migliore-di-spotify/

          Un saluto!

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