a cura di Edoardo Morena | Tempo di lettura approssimativo: 10 minuti
Curare la GAS - comprando altro gear?

Curare la GAS - comprando altro gear?

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Ne siamo succubi: il desiderio di apparecchiature nuove, migliori, diverse. Cerchiamo nei forum, nei cataloghi online e nelle riviste specializzate (come questa) nuovi gadget che possano avvicinarci al Santo Graal, il suono perfetto. Curare la GAS sembra impossibile, ma c’è una soluzione. Le apparecchiature costose, il meglio del meglio, dovrebbero aiutare a porre fine alla ricerca infinita. Ci riuscirà veramente?

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Indice

La GAS, o “Gear Acquisition Syndrome”, è un fenomeno diffuso tra i musicisti, e noi chitarristi ne siamo particolarmente vittime. Descrive l’insaziabile desiderio di nuove apparecchiature, che si tratti di una nuova chitarra, di un amplificatore o di pedali. La costante ricerca del suono perfetto o del setup ideale può diventare rapidamente una passione costosa e spesso frustrante. Credetemi, parlo per (dolorosa) esperienza personale.

Ho trovato il mio personale ingresso nella tana del bianconiglio ben 25 anni fa: oltre a una semplice e affidabile Ibanez, volevo un’altra chitarra. Non pensavo ad amplificatori o pedali, solo allo strumento. Il fascino della Les Paul (una Epiphone nera…), la promessa di un suono migliore e la speranza di una maggiore creatività non mi fecero esitare un secondo. Tuttavia, come sapete, l’euforia non durò a lungo e così iniziò il mio viaggio nel labirinto del gear costoso. In egual misura, iniziò la ricerca per una soluzione ai miei problemi legati alla GAS.

Capitolo 1: aspetti psicologici della GAS

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Anche se qui state leggendo un tossicodipendente che scrive della sua dipendenza, l’intera faccenda può essere vista anche in modo teorico e oggettivo: la GAS è qualcosa di più della semplice voglia di acquistare nuovi prodotti. È profondamente radicata nella nostra psiche e può essere innescata da vari fattori interni ed esterni.

Una delle spinte interne più forti è la creatività. Molti musicisti credono che un nuovo dispositivo possa stimolare la loro creatività e renderli musicisti migliori – io personalmente appartengo a questo gruppo e vi dirò perché alla fine di questo articolo.

Lo status che deriva dall’attrezzatura è di solito meno importante. Piuttosto, è l’avvicinamento ai propri personali idoli a essere determinante. Ci piace l’idea di far parte di una comunità esclusiva di utenti di amplificatori X, Y o Z. Infine, c’è il perfezionismo insito in tutti noi: la ricerca del suono e della performance perfetti spinge molti musicisti ad acquistare nuove apparecchiature all’infinito. Nell’errata speranza che il prossimo pezzo di hardware soddisfi finalmente i loro standard impossibili.

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Influenze esterne: pubblicità e co.

Naturalmente, oltre a queste pulsioni interne, esistono anche influenze esterne, alle quali anche noi di Passionestrumenti.it diamo il nostro contributo. La pubblicità e le strategie di marketing dei produttori principali giocano un ruolo importante quanto quello degli idoli dei musicisti, le cui apparecchiature e strumenti sono considerati il punto di riferimento in termini di qualità e professionalità. Anch’io non ne sono esente: quando Johnny Marr usa nuovi effetti o Hetfield presenta nuovi pickup, non vedo l’ora di salire sul carro dei vincitori.

Tuttavia, come fanno questi meccanismi a funzionare in modo così affidabile da rendere la GAS un fenomeno mondiale, trasversale ai generi e così discusso? Gli studi dimostrano che acquistare nuovi oggetti (non solo chitarre e pedali…) attiva a breve termine il sistema di “ricompensa” del nostro cervello. Tuttavia, questa soddisfazione a breve termine svanisce molto rapidamente, portando a un nuovo desiderio di novità. Non temete, c’è una speranza: capire queste pulsioni interne ed esterne è il primo passo per controllare la GAS.

Il ciclo del desiderio e della soddisfazione

L’acquisto di un nuovo pezzo di attrezzatura spesso scatena un’ondata di euforia nota come “effetto luna di miele”: nei primi giorni o nelle prime settimane dopo l’acquisto, vediamo il nuovo pedale, il nuovo amplificatore come eccitante e stimolante. Sembra che soddisfi tutte le aspettative ed elevi l’esperienza musicale a un nuovo livello. Questo è esattamente ciò che mi è successo di recente con il delay Walrus ARP-87. È un pezzo eccezionale e sono ancora assolutamente entusiasta (anche diverse settimane dopo l’acquisto).

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Walrus Audio ARP-87
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(79)

Tuttavia, questa euforia è (di solito) di breve durata. Col tempo ci si abitua al nuovo pezzo e l’entusiasmo iniziale svanisce. Naturalmente, ciò non deve succedere obbligatoriamente – chi riesce a rompere questo ciclo si ritrova in uno stato di estrema tranquillità. È così che, da oltre 10 anni, suono felicemente la mia vecchia Les Paul Custom.

Ciononostante, il fatto che la soddisfazione diminuisca è reale e può diventare frustrante. Cerchiamo il prossimo pezzo “magico” per cercare di raggiungere la felicità a lungo termine sperata. Questo fenomeno è inoltre amplificato dalla vasta gamma di opzioni disponibili: l’industria musicale odierna offre una selezione quasi infinita di chitarre, amplificatori ed effetti, che vengono costantemente sviluppati e migliorati. Questa varietà può risultare opprimente e può dare la sensazione che ci sia sempre qualcosa di meglio da provare.

Esperienze personali e testimonianze di altri chitarristi nel mio ambiente musicale confermano l’esistenza di questo loop: pochi non hanno mai vissuto l’effetto luna di miele. Un saluto va a Magnus e alla sua meravigliosa, nuova Firebird, “la migliore chitarra di sempre”…

Queste esperienze non sono uniche. Riflettono una dinamica diffusa che molti musicisti attraversano. Comprenderla e riflettere sulle proprie motivazioni può aiutare a gestire in modo più consapevole e soddisfacente il proprio equipment. Non si può, tuttavia,affrontare la questione da un altro punto di vista? 

Capitolo 2: Gli strumenti costosi possono davvero curare la GAS?

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Curare il costante desiderio di nuovi strumenti con un equipaggiamento costoso è un approccio complesso e controverso. Come spesso accade, ci sono argomenti convincenti sia a favore che contro – per fortuna, così posso scriverne!

I sostenitori della teoria dell’equipaggiamento costoso (di cui faccio parte) sostengono che strumenti, amplificatori e accessori di alta qualità facciano davvero la differenza: qualità superiore, miglior suono, lavorazione migliore, aumentano il piacere di suonare e la creatività. Voi cosa ne pensate? Siete mai stati ispirati dall’idea di avere e utilizzare equipaggiamento di fascia alta? Fatecelo sapere nei commenti!

Guardando le cose in modo oggettivo, la longevità e l’affidabilità dei prodotti più costosi sono generalmente un punto a favore, che scoraggia un rapido acquisto di nuovi strumenti. Strumenti e amplificatori di alta qualità sono spesso (non sempre!) meglio realizzati e offrono una performance migliore nel tempo. Naturalmente, ciò può non solo far risparmiare a lungo termine e evitare frustrazioni, ma anche migliorare la soddisfazione generale che si prova utilizzando il proprio equipment. 

Quali sono gli argomenti contro gli strumenti costosi per curare la GAS?

Gli argomenti contro questa teoria sono anch’essi convincenti. I più critici sottolineano che il problema non risiede nell’equipaggiamento stesso, ma nell’atteggiamento del musicista. Coooosa??

Beh… è vero. Il desiderio costante di novità non può essere curato in modo affidabile acquistando strumenti costosi. Infatti, la latente insoddisfazione rimane sempre là. Così il focus sui beni materiali invece che sulla musicalità può col tempo sopraffare il vero piacere di fare musica. In un’ottica più ampia, può portare a un coinvolgimento piuttosto superficiale con la musica.

Inoltre, studi comparativi e analisi in molti settori mostrano che la differenza tra equipaggiamento di fascia alta e bassa è spesso soggettiva. Attenzione, stiamo lentamente arrivando al nocciolo del problema. 

Soggettivamente migliore = oggettivamente migliore?

L’equipaggiamento costoso non è intrinsecamente né migliore né peggiore. Immagino che Eric Clapton suonerebbe una Harley Benton TE-52, meglio di quanto io possa suonare una Fender originale del 1952 Masterbuild. Purtroppo. Se consideriamo la percezione personale e le aspettative che abbiamo riguardo all’equipaggiamento, le chitarre costose possono sembrare di qualità superiore, ma non è detto che lo siano necessariamente. È inoltre importante il feel che si ha con lo strumento e qual è l’impressione soggettiva.

Ciò detto, bisogna capire che non è l’equipaggiamento a giocare il ruolo principale, ma l’atteggiamento e il modo in cui lo utilizziamo e lo percepiamo. L’equipaggiamento costoso da solo, quindi, non basta per curare la GAS. Piuttosto, è un confronto consapevole con le proprie motivazioni e bisogni che può portare a una soddisfazione duratura. 

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(2024)

Capitolo 3: soddisfazione a lungo termine grazie ad apparecchiature costose – L’illusione della perfezione

Inseguiamo l’illusione della perfezione, sperando che il pezzo di equipaggiamento perfetto possa realizzare i nostri sogni in ambito musicale. Questa ricerca della perfezione può però essere una trappola.

La perfezione è un obiettivo irraggiungibile, soprattutto nella musica. Essa è una cosa estremamente soggettiva. È quindi più importante avere aspettative realistiche nei confronti dell’equipaggiamento (costoso): strumenti e dispositivi di alto livello possono migliorare l’esperienza musicale in generale, ma non sono una panacea. Alla fine, sono strumenti utili alla propria creatività e dedizione.

Una riflessione personale, un po’ dolorosa, rivela che la mia chitarra più costosa è sì un fantastico pezzo per completare la mia collezione, ma non la soluzione magica a tutte le mie sfide musicali. Ha rinnovato il mio entusiasmo per la chitarra e migliorato il mio suono in alcuni ambiti. Tuttavia, il vero progresso lo fanno le dita. 

Curare la GAS: saturazione e soddisfazione 

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Un aspetto importante per raggiungere la soddisfazione a lungo termine è la comprensione del punto di saturazione. Questo punto si raggiunge quando l’utilità che porta del nuovo equipaggiamento diminuisce e la soddisfazione si stabilizza o addirittura (criticamente) cala.

Non preoccupatevi: ci sono diversi metodi per mantenere la soddisfazione con l’equipaggiamento in vita. Il minimalismo può essere una strategia efficace. Possedere meno, ma di alta qualità, può focalizzare l’attenzione sull’essenziale e stimolare la creatività. Attraverso un consumo consapevole, che privilegia la qualità rispetto alla quantità, si può costruire un legame più profondo con i propri strumenti.

Personalmente, ho scoperto che una collezione ridotta ma accuratamente selezionata di chitarre e pedali mi dà più gioia che un’enorme quantità di roba che non mi soddisfa a pieno. Ho già condiviso questa riflessione qui: Quante chitarre ti servono davvero?

La GAS è quindi curabile? Non solo con l’equipaggiamento costoso, ma ci sono modi alternativi per avere un rapporto sano con essa. 

Capitolo 4: Limitare il GAS – curiosità vs. perfezionismo

Abbiamo parlato della tendenza alla perfezione e del fatto che non esista qualcosa di definibile come il “suono perfetto”. Al contrario, c’è la curiosità di provare cose nuove. In generale, la curiosità per il nuovo equipaggiamento e le possibilità che questo offre non è una cosa negativa e, anche se inizialmente può sembrare poco intuitivo, è un’abitudine positiva quando si tratta di curare la GAS.

A mio avviso, è proprio questo ciò che rende divertente fare musica: provare cose, scoprire nuovi suoni ed espandere i propri orizzonti tecnici e musicali. Quindi, se non si pone in primo piano la ricerca del risultato perfetto e sempre migliore, ma il desiderio di realizzare idee nuove, diverse e personali, si limita l’influenza negativa della sindrome da acquisto compulsivo di strumenti.

La ricerca della perfezione è spesso una strada senza uscita. La convinzione che il prossimo pezzo di equipaggiamento offrirà finalmente il setup perfetto è un’illusione. Purtroppo. La perfezione nella musica è un obiettivo mutevole, che si evolve costantemente e non può mai essere completamente raggiunto. Fissarsi troppo sulla perfezione può portare a frustrazione e a un ciclo infinito di acquisti e delusioni.

Personalmente, ho scoperto che i miei migliori progressi musicali e le maggiori soddisfazioni derivano dalla curiosità creativa. Sperimentando nuovi strumenti ed effetti (senza la pressione di trovare il setup perfetto), ho ampliato i miei confini musicali e trovato nuove ispirazioni.

Proprio questo è il punto se si vuole curare la GAS: gli acquisti regolari non dovrebbero essere demonizzati, a condizione che siano motivati da una curiosità creativa, non dalla ricerca della perfezione. Gli investimenti regolari in nuovo equipaggiamento possono arricchire e ispirare il proprio sviluppo musicale, purché siano fatti in modo consapevole e con il giusto focus. 

Che ne pensate?

Qual è la vostra opinione sull’argomento? Quali strategie avete trovato per aumentare la vostra soddisfazione e curare l’onnipresente GAS? Questa discussione potrebbe aiutarci tutti a prendere decisioni migliori – o almeno a sapere di essere in buona compagnia quando la sindrome colpisce di nuovo. Fateci sapere nei commenti!

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