Contenuti generati dall’AI: L’Ufficio statunitense per il copyright stabilisce chiari limiti ai diritti d’autore per il 2025
La questione se i contenuti generati dall’AI possano essere protetti dal diritto d’autore è attualmente oggetto di un intenso dibattito a livello mondiale. L’Ufficio statunitense per il copyright (USCO) ha ora pubblicato delle linee guida chiare in un nuovo rapporto. Secondo queste linee guida, un’opera creata interamente dall’intelligenza artificiale non può essere protetta dal diritto d’autore. Tuttavia, una volta che la creatività umana è incorporata nell’opera, la registrazione del copyright è possibile, a condizione che il contributo umano sia sufficientemente significativo.
I contenuti generati dall’AI non sono sempre tutelabili
Secondo un rapporto dello United States Copyright Office (USCO), la protezione dei contenuti creativi dovrebbe essere limitata alle opere che incorporano la creatività umana. L’USCO non vede la necessità di una nuova legislazione perché la legge sul copyright esistente è sufficiente per affrontare le sfide poste dall’IA. L’organizzazione per il diritto d’autore sottolinea che l’elemento centrale del diritto d’autore rimane l’identificazione e il riconoscimento dei contributi creativi umani. Estenderlo ai contenuti generati dalle macchine minerebbe i principi fondamentali della protezione delle opere creative.
Il dibattito è particolarmente rilevante per gli artisti e i produttori che già utilizzano contenuti generati dall’IA con strumenti di intelligenza artificiale per la produzione musicale. L’USCO chiarisce che il grado di coinvolgimento umano deve sempre essere valutato caso per caso. Mentre la musica creata interamente dall’IA non può essere protetta, le opere in cui l’IA è stata utilizzata solo per assistere l’utente possono essere protette dal diritto d’autore. I criteri per questo includono la selezione e la disposizione deliberata dei contenuti, nonché la manipolazione creativa da parte dell’utente.
I contenuti generati dall’AI rimangono privi di protezione completa
In pratica, ciò significa che una composizione creata da un’IA esclusivamente attraverso l’inserimento di testo non è tutelabile perché il processo creativo non è stato determinato dall’uomo. Tuttavia, se un’IA sviluppa una melodia composta da un artista, il contributo umano rimane protetto dal diritto d’autore. Allo stesso modo, un musicista che arrangia ed elabora creativamente i suoni generati dall’IA in una nuova composizione può rivendicare il diritto d’autore per il suo lavoro, ma non per i singoli moduli sonori generati dall’IA stessa.
Una questione ancora irrisolta è l’addestramento di modelli di IA con contenuti esistenti protetti da copyright. Sono già in corso numerose cause legali da parte dei titolari dei diritti contro gli sviluppatori di IA. L’industria musicale, in particolare, è in attesa di sentenze sull’uso di musica protetta da copyright per l’addestramento dell’IA. Aziende come Sony Music, Universal Music e Warner Music hanno intentato cause contro piattaforme come Suno e Udio, sostenendo che i modelli di IA utilizzano il loro lavoro senza autorizzazione. La decisione dell’USCO in questo caso potrebbe avere un impatto duraturo sull’intero mercato della musica generata dall’IA.
Situazione legale poco chiara? I contenuti generati dall’AI potrebbero trasformare le industrie della musica e dei media
Sebbene il rapporto fornisca alcuni chiarimenti, la questione rimane molto complessa. La mancanza di un modo per proteggere i contenuti generati dall’IA da sola potrebbe creare un dilemma per alcuni artisti. Per proteggere i loro diritti d’autore, i creatori potrebbero essere tentati di mascherare l’uso dell’IA nelle loro opere. Allo stesso tempo, la mancanza di proteggibilità dei contenuti generati dall’IA potrebbe portare a nuove sfide in termini di plagio e problemi di licenza. Sebbene l’USCO fornisca principi chiari, il futuro del diritto d’autore nell’era dell’IA rimane un’area dinamica e complessa che continuerà a suscitare dibattiti politici e legali.
I contenuti generati dall’IA saranno ovviamente trattati e valutati in modo diverso nell’UE. Tuttavia, la legislazione degli Stati Uniti influenzerà sicuramente altri Paesi, compresa l’UE. A mio parere, questa legge è un passo nella giusta direzione, anche se non sarà facile distinguere tra contenuti puramente generati dall’IA e contenuti con input umano in caso di controversia. Resta comunque interessante.