Abbonamenti ai plugin: L’odio è giustificato? Dovreste scegliere un abbonamento perpetuo?
Gli abbonamenti ai plugin sono oggetto di numerose polemiche nella comunità della produzione musicale. Ci sono dei vantaggi nel pagare all’infinito senza mai possedere?
Abbonamenti ai plugin
Che vi piaccia o meno, gli abbonamenti ai plugin sono una realtà oramai inarrestabile. La tendenza a far pagare un canone mensile o annuale per utilizzare, senza mai possedere, un software è cresciuta nel tempo e ora molti sviluppatori offrono un qualche tipo di modello di abbonamento. Si tratta di uno degli aspetti più controversi del mercato della produzione musicale attuale, con molti produttori che hanno forti opinioni sull’argomento.
Le modalità di acquisto dei plugin attualmente si dividono in tre categorie. La prima è quella delle licenze perpetue: si compra una volta e si possiede per sempre. Poi c’è il modello “rent-to-own“, che prevede il pagamento di una piccola rata mensile fino al pagamento del costo totale di acquisto. L’ultimo è il modello “abbonamento”, in cui si versa periodicamente del denaro per utilizzare il prodotto, ma si perde l’accesso ad esso quando si smette di pagare.
Abbonamenti ai plugin: una macchina per l’odio
Al fine di scoprire cosa pensassero le persone degli abbonamenti rispetto alle licenze perpetue e al rent-to-own, abbiamo effettuato un po’ di ricerche, in particolare su alcune pagine e gruppi Facebook, come Simply Synthesizers. I sondaggi chiedevano come si preferisse acquistare i plugin: licenza perpetua, rent-to-own o abbonamento. Non sorprende che la stragrande maggioranza abbia scelto la licenza perpetua. Alcuni non hanno avuto particolari problemi nell’usare la formula rent-to-own. Tuttavia, molti utenti non solo non usano gli abbonamenti, ma li odiano attivamente. È degna di nota l’opinione di un noto synthtuber nordico, che li paragona all’operato di Satana in persona.
In termini di numeri era più o meno quello che ci aspettavamo, anche se l’incredibile avversione per gli abbonamenti ci ha un po’ sorpreso. Perché tutto questo odio per gli abbonamenti?
Abbonamenti ai plugin: Minimal Audio e Waves
All’inizio del 2023, Waves ha annunciato la sua nuova formula di abbonamento, Waves Creative Access. Molti dei plugin dell’azienda potevano essere acquistati a uno dei due livelli di prezzo, con l’utente che poteva scegliere tra ottenere 110 o tutti i 230 plugin. Sorgeva un problema, però: l’abbonamento era diventata l’unica opzione valida; le vendite di licenze perpetue erano terminate. Il contraccolpo fu rapido e potente. Nel giro di pochi giorni, Waves ha fatto marcia indietro sulla sua decisione e ha reso nuovamente disponibili le licenze perpetue. (Nel bene e nel male, la policy di aggiornamento dell’azienda rimane impopolare: i clienti sono essenzialmente obbligati a riacquistare i plug-in ogni pochi anni per garantire la compatibilità con i sistemi operativi).
Dopo il duro colpo subito da Waves e la sua reputazione, si potrebbe pensare che nessun’altra azienda abbia tentato l’approccio al modello “abbonamento”. Tuttavia, la software house emergente Minimal Audio ha sorpreso tutti al lancio sul mercato del suo primo, molto atteso, strumento: il sintetizzatore wavetable Current. Anche in questo caso, non vi era traccia di una licenza perpetua, ma solo un abbonamento che comprendeva il sintetizzatore e l’accesso al servizio di sample e preset dell’azienda, Stream. La reazione della comunità dei produttori è stata prevedibilmente un misto tra incredulità e indignazione. Minimal Audio ha saggiamente fatto marcia indietro sulle formule di pagamento, aggiungendo un’opzione di licenza perpetua (con un anno di accesso gratuito a Stream) e elementi rent-to-own tra i vari livelli di abbonamento.
Abbonamenti ai plugin: tenere a bada i lupi
All’uscita di Current, è stato come se Minimal Audio avesse fatto un post a favore del cannibalismo. La situazione si è fatta così tossica che gli youtuber che avevano preparato recensioni e video reaction hanno immediatamente preso le distanze.
Esistono ormai molte formule di abbonamento ai plugin, ma la differenza tra l’avversione generale e l’indignazione vera e propria nei confronti della loro esistenza è la presenza di un’opzione di licenza perpetua. Roland Cloud, uno dei primi servizi di rilievo e uno dei primi bersagli del risentimento “anti-sub”, offre licenze perpetue (quelle che Roland chiama Lifetime Key) per tutti i prodotti Cloud. Questo sembra fare la differenza.
Un’altra formula di abbonamento che tranquillizza i produttori comprende la possibilità di mantenere gratuitamente i plugin noleggiati dopo un certo periodo. Plugin Alliance offre questa possibilità con i suoi bundle Mega, concedendo agli abbonati una selezione di licenze perpetue per i plug-in da loro scelti, dopo un anno d’utilizzo. Ad esempio, il bundle Mega L costa 149,99 dollari all’anno e comprende tre plugin gratuiti. Si potrebbe facilmente superare il valore di 150 dollari con tre effetti o soft synth.
Abbonamenti ai plugin: l’alternativa rent-to-own
Il rent-to-own offre la stessa convenienza di un abbonamento, con il vantaggio di poter tenere i plugin una volta finiti di pagare. Plugin Alliance offre un bundle con tutti i suoi prodotti, il PA All Bundle (nome appropriato) con un modello di pagamento rent-to-own che consente di utilizzare i plugin finché si continua a pagare. Una volta completati i pagamenti, i plugin sono vostri. Splice, famoso per i suoi sample, offre un piano simile per molti plugin popolari, tra cui Serum della Xfer Records. (Per voi più curiosi: date un’occhiata a queste alternative a Serum.
Abbonamenti ai plugin: i vantaggi degli abbonamenti
Nonostante l’antipatia nei loro confronti, i servizi di abbonamento sono abbastanza popolari da indurre la maggior parte degli sviluppatori a offrirli in qualche modo. Perché la gente li usa? Tra le molte risposte negative ai vari sondaggi su Facebook, abbiamo notato qualcuno schierarsi a favore degli abbonamenti, come lo youtuber Starsky Carr che si è offerto di spiegare le ragioni che lo portano ad utilizzare i servizi di abbonamento.
Innanzitutto, Carr ritiene che i modelli di abbonamento possano essere convenienti. “Nel corso degli anni ho speso una piccola fortuna per i vari plugin”, afferma. “La mia reazione iniziale alla formula di abbonamento è stata la stessa della maggior parte degli altri utenti: preferivo possedere il software in modo definitivo. Tuttavia, una volta esaminata la spesa sostenuta nei 12 mesi precedenti per i plugin acquistati e confrontata con quella per gli abbonamenti come Plugin Alliance o Roland Cloud, ho cambiato idea”.
L’accesso completo è un aspetto che gli piace. “Con il modello di abbonamento si ha accesso a tutto”, spiega, “il che di per sé risparmia quelle ore di procrastinazione e ricerca su quali potrebbero essere i vantaggi nell’acquistare la più recente emulazione. Paghi e hai tutto, punto e basta.”
Un’altra ragione che lo porta a preferire gli abbonamenti sono gli aggiornamenti, spesso inclusi nell’abbonamento stesso. “Le aziende produttrici di software devono tenersi al passo con gli aggiornamenti dei sistemi operativi”, afferma, “e non possiamo aspettarci che lo facciano gratuitamente per tutta la vita. Le software house dispongono di fondi prevedibili per aggiornare e innovare continuamente e noi vogliamo avere accesso a tutto ciò di cui abbiamo bisogno”.
Abbonamenti ai plugin: Conclusione
Gli abbonamenti presentano degli evidenti vantaggi. Personalmente, non sono abbonato a nessun plugin, ma pago ogni mese per avere accesso a Photoshop e non potrei permettermelo con altre modalità di pagamento. Perchè non mi abbono ai software musicali? Anche in questo caso per questioni finanziarie. E, devo ammettere, ho delle riserve a pagare per qualcosa che non posso possedere.
Ho il sospetto che quest’ultimo problema – il non possedere il plugin – sia un punto particolarmente dolente per le persone più anziane, appartenenti ad una generazione che ha sempre acquistato supporti fisici, che ama ciò che si può conservare. Pur non avendo una forma fisica, si può comunque dire di possedere un software e noleggiare continuamente può sembrare quasi come un modo per truffarci.
“Il mio consiglio”, sintetizza Carr, “è di abboccare all’amo, scegliere (un bundle di abbonamento) e continuare a usarlo il più possibile. Nulla vi impedisce di prendere altri software interessanti o unici nel mentre, ma se non riuscite a fare tracce professionali usando tutti i plug-in disponibili nei bundle di abbonamento più corposi, probabilmente non è colpa del software“.
Qual è la vostra posizione in merito? Fatecelo sapere nei commenti. Se volete, fateci sapere anche la vostra età o la vostra generazione, così da verificare la mia teoria sull’età e il desiderio di possedere oggetti.
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