L’Alfabeto di “Riferimento” – Dai Riferimenti Musicali al Tuo Stile Unico sulla Chitarra
Ogni chitarrista, sia esso principiante o professionista, costruisce il proprio stile attraverso un mix unico di influenze e riferimenti musicali. Questo “alfabeto di riferimento” non solo plasma il modo di suonare, ma diventa anche uno strumento fondamentale per comunicare con altri musicisti e interpretare le richieste artistiche. In questo articolo vi guiderò attraverso un percorso personale e professionale, svelando quanto sia cruciale sviluppare un vocabolario musicale basato sull’ascolto, la sperimentazione e la capacità di sintesi stilistica. Un viaggio affascinante che invita a riflettere sull’importanza di ciò che ascoltiamo e su come queste influenze possano arricchire il nostro linguaggio musicale.
Il valore del repertorio per un chitarrista
Quando ero ragazzino e incominciavo a suonare la chitarra, uno degli aspetti che determinava il proprio livello di capacità sullo strumento era il cosiddetto “repertorio”. La conoscenza di più canzoni possibili era sinonimo di capacità, abilità superiori alla media e, diciamolo, ti rendeva “il più bravo”, a prescindere dalle tue effettive capacità tecniche. Questa raccolta di brani diventava il nostro primo insieme di riferimenti musicali.
Crescendo mi sono reso conto che quel concetto basico era possibile applicarlo anche al livello successivo, ovvero a quello della chitarra elettrica, degli assoli, dei riffs, delle bands storiche che, volenti o nolenti, è impossibile non conoscere.
L’importanza dei riferimenti musicali
Tutte queste fasi nate dalla pura curiosità e dalla voglia di fagocitare più musica possibile sono state un bagaglio di esperienza determinante quando, anni dopo, ho iniziato a vivere di quello che amavo, ed è stato lì che ho capito che quel linguaggio fatto di riferimenti musicali sarebbe stato un vocabolario determinante per dialogare con gli artisti.
Le référence musicali sono parte determinante del nostro alfabeto musicale: ho imparato sul campo come sia facile che un artista ti possa chiedere una chitarra onirica e arpeggiata “à la U2 o à la Coldplay”, uno strumming tipo i Clash o in stile Who, un assolo armonizzato che richiami Brian May e i Queen e un riff saturo e stridente che ricordi l’anima selvaggia di Jack White o St. Vincent.
Essere preparati a queste evenienze è possibile e non serve necessariamente aver passato, come me, un’adolescenza ossessiva con un orecchio teso verso la radio e l’altro sulla chitarra. Quello che basta è creare una “sintesi di stile” per ogni chitarrista che reputiamo determinante come riferimento. Come si reputa determinante un chitarrista? Bella domanda!
Come individuare i chitarristi determinanti
In questi ultimi anni è diventato piuttosto facile individuare ciò che piace, basta aprire un qualsiasi social per avere uno spettro piuttosto ampio di quelli che sono i chitarristi amati dalla gente: siamo bersagliati da milioni di reels che ci mostrano guitar heroes leggendari, giovani funamboli, nuovi idoli del jazz/funk o saltimbanchi che suonano la chitarra classica con un frullatore al posto delle mani.
Lo so, voi potreste dire: “ma cosa c’entra quello che piace alla gente con ciò che è importante per la musica?” – Beh, la gente c’entra sempre perché noi chitarristi siamo parte di loro, siamo spettatori e gli artisti (i giovani soprattutto) usano i social anche come strumento di informazione, ed è quindi normale che prendano ispirazione anche da quello che vedono in un reel di Instagram o TikTok.
Attenzione, non voglio assolutamente dire che il primo luogo in cui andare a studiare o documentarsi siano i social, per carità, ma credo sia importante avere una visione d’insieme e sapere dove vanno le persone intorno a noi, dove ascoltano la musica, come reagiscono ad essa…
Sintesi degli stili: un esperimento pratico
Tornando alla sintesi degli stili, vi propongo un esperimento: prendete tre chitarristi con grande personalità e chiedete ai vostri amici musicisti quali sono per loro le “skills” principali di questi:
- Angus Young
- The Edge
- Mark Knopfler
Il risultato sarà interessante perché nessuno vi darà la stessa risposta; anzi, noterete come ognuno avrà una percezione diversa di quella che è la loro particolarità stilistica: c’è chi si soffermerà su un riff o una canzone che hanno scritto, chi sul suono, chi sull’immagine e così via.
Le loro skills per me sono queste:
- Se devo sintetizzare Angus Young, la prima cosa che mi viene in mente è il riff iniziale di “Thunderstruck”, per me quella è la sua cifra stilistica più riconoscibile, quel continuo alternarsi di hammer-on/pull-off sulla corda di Si lo ha reso uno dei lick più iconici e riconoscibili del rock. Tra l’altro, la sua attitudine a suonare alternando sempre una corda vuota arriva da lontano: già nei primi anni degli AC/DC era solito improvvisare soli con quel tipo di soluzioni (ascoltate il loro disco live “If You Want Blood, You’ve Got It”).
- Su The Edge, il discorso vira quasi unicamente all’aspetto sonico. Non perché non sia stato in grado di trovare soluzioni tecniche affascinanti, tutt’altro, ma l’utilizzo dei riverberi e del delay con gli ottavi puntati su arpeggi nella parte alta del manico hanno talmente dato anima ai brani degli U2 da diventare inevitabilmente riferimenti musicali universali e la sua cifra stilistica più riconoscibile.
- Per quanto riguarda Mark Knopfler, a parte il discorso del fingerstyle che reputo determinante dal punto di vista del suono, credo che la sua skill principale sia la capacità di far cantare la sua chitarra sempre là dove non sta cantando la sua voce. Il dialogo perenne tra strumento e canto è parte fondamentale del suo stile, oltre alla capacità di trovare soluzioni armoniche mai scontate, in un rilassato mix tra blues, flamenco, bluegrass e rock.
Trattandosi di sintesi, non posso dilungarmi, ma sono convinto che la percezione soggettiva di quello che ascoltiamo e facciamo sia uno degli aspetti più affascinanti del fare musica ed è quindi per questo che nel nostro lavoro, escluso lo spartito musicale, avremo sempre a che fare con richieste inaspettate da accontentare, per le quali sarà importante non smettere mai di avere le orecchie aperte su quello che ci capita intorno.
Il legame tra ascolto e suono ed un esercizio per migliorare il proprio stile
La musica che, prima ancora di suonare, ascoltiamo deve far parte del nostro lessico musicale diventando anche una raccolta personale di riferimenti musicali e non possiamo pensare di scindere ciò che ascoltiamo da ciò che suoniamo. Sono come suono, suono come sono.
Per concludere, vi propongo di fare un elenco dei dieci chitarristi che voi reputate fondamentali e provate a individuare una skill per ognuno di loro. Una volta fatto, prendete un brano di genere totalmente opposto e provate a suonarci sopra cercando di avvicinarvi alle skill della vostra top ten di chitarristi. Buon divertimento e fatemi sapere come va!
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