Gli aggettivi che descrivono il suono della nostra chitarra: cosa significa dire “scavato”, “arioso” o “dolce”?
Usiamo decine di aggettivi che descrivono il suono della nostra chitarra. Ecco una piccola spiegazione del loro reale significato. Tutti noi abbiamo sentito almeno una volta parlare di un suono “Scavato”, “Aperto”, “Arioso”, “Mid Humped”, “Honky”, “Tight”, “Ricco”, “Vetroso”, “Grasso”, “Muddy”, “Legnoso”, “Dolce”, “Caldo”, “Sparkly” o “Ovattato”. Vorrei spiegare alcuni di questi aggettivi nel dettaglio e fornire degli esempi. Un piccolo glossario di termini tecnici da chitarrista, per così dire.
Aggettivi che descrivono il suono della nostra chitarra:
Scavato
“Scavato” (in inglese, “Scooped”) è uno degli aggettivi che descrivono un suono in cui le medie tra i 400 Hz e i 3 kHz sono state notevolmente attenuate. Sia il suono di un Fender Blackface che quello del metal high-gain sono spesso descritti come “scavati”. Da questi due esempi si può dedurre che due suoni scavati non sempre risulteranno simili al nostro orecchio, anche se condividono lo stesso aggettivo. L’importante sono le caratteristiche in frequenza: tante basse, molte alte, ma poche medie.
Arioso – Aggettivi che descrivono il suono della nostra chitarra
L’aggettivo “arioso” non è così facile da descrivere. Per me, arioso parla di un suono leggero. Il suono delle singole corde è ben distinto e generalmente si sente un forte attacco. I suoni leggermente distorti traggono grande beneficio da questa impostazione. Mi viene in mente il suono del Marshall Bluesbreaker o di pedali come il JHS Morning Glory, disponibile qui su Thomann.de*.
Kris Barocsi ha postato un video davvero fantastico e ha reso udibili i termini di cui parliamo qui!
Legnoso – Aggettivi che descrivono il suono della nostra chitarra
“Legnoso” è praticamente l’opposto di “Scavato”. Medie boostate e poche basse/alte. Qui parliamo di una gamma ristretta che va dai 700 Hz al 1 kHz. Si potrebbe dire che questa gamma di frequenze produce il suono di oggetti legnosi che sbattono. Se battete il dito su un pannello di legno massiccio o su una spessa porta di legno, sarete all’incirca dentro questa gamma. Gli amplificatori della famiglia Fender Tweed incarnano questo suono, così come l’Archer della J. Rockett Audio Designs.
Dolce – Aggettivi che descrivono il suono della nostra chitarra
“Dolce” è simile a “Legnoso”, ma con un po’ più di acuti e senza essere troppo prepotente. Il suono della chitarra in questo caso non è mai aggressivo o eccessivo. L’orecchio si sente sempre accarezzato, in modo semplicemente dolce. Alcune aziende danno ai loro pedali proprio questo nome. Ecco alcuni esempi: Xotic – Super Sweet o Tone City – Sweet Cream.
Muddy – Aggettivi che descrivono il suono della nostra chitarra
Il termine “muddy” (in italiano “fangoso”, anche se poco usato) ha solitamente una connotazione negativa. Muddy o “ovattato” in genere non descrivono un bel suono di chitarra, ma in alcuni contesti potrebbe essere ciò di cui si ha bisogno. Il Big Muff, ad esempio, è un pedale molto popolare e fa esattamente questo. Riempie il suono e lo rende “muddy”. Pochi alti, molte basse e medio basse sono alla base di questo suono. Il suono di una Gibson ES-335 è un buon esempio. Il suono di B.B. King, per capirci. Come si può notare, “muddy” non è necessariamente un aggettivo per un suono di chitarra brutto o poco popolare.
Grasso/ricco – Aggettivi che descrivono il suono della nostra chitarra
In breve, un suono grasso/ricco copre l’intero spettro delle frequenze, senza tagli. Questo suono è rigoglioso come un prato verde e umido. Alcuni chitarristi potrebbero essere portati a dire che un suono grasso è troppo muddy e allo stesso tempo troppo “scintillante”. Tuttavia, a seconda dello stile musicale, non c’è nulla di negativo in un suono grasso o ricco. Nel linguaggio comune ha quindi una connotazione decisamente positiva.
Le differenze dal vivo e in studio
Naturalmente non esistono regole fisse su come debba suonare una chitarra, ma si può affermare che certe frequenze giocano un ruolo più importante dal vivo che in studio. Assertività è la parola chiave. Per essere ascoltati bene dal vivo sul palco, soprattutto quando il resto della band suona ad alto volume, noi chitarristi abbiamo bisogno delle medie. Senza di loro, sarà difficile spiccare. Un suono “scavato” non sarebbe la migliore scelta in queste situazioni. Un suono legnoso o un suono con un boost sulle medie, invece, aiuterebbero di più. Non per niente il Tube Screamer è un pedale estremamente popolare. Enfatizza le frequenze medie e fa emergere il suono della chitarra, soprattutto durante gli assoli.
In studio, invece, dipende sempre da come la chitarra si inserisce meglio nel quadro generale della canzone. Non dico che le medie non debbano esserci, ma non sono così fondamentali per affermarsi nel mix. In studio, di solito è più facile creare suoni più delicati, in grado comunque di emergere magnificamente nel mix. Anche in questo caso, ad ogni modo, non esiste una formula magica. Non c’è un giusto o uno sbagliato, dipende da voi.
Conclusione
Spero che queste delucidazioni vi abbiano aiutato un po’. L’elenco degli aggettivi comunemente usati è in realtà lungo. Naturalmente, alcune definizioni si sovrappongono leggermente. “Arioso” e “vetroso” o “legnoso” e “caldo” non sono poi così distanti come aggettivi. Anche “ricco” e “grasso” puntano nella stessa direzione. Come avrete capito, non è facile definire il proprio suono. Spesso ci vogliono più di uno o due aggettivi per una descrizione chiara.
Come descrivi il tuo suono di chitarra? Scriveteci pure la vostra opinione nei commenti se vi vengono in mente altri aggettivi.
Ulteriori Informazioni:
- Tutto sulla Chitarra
- Sito web della Marshall
- Sito web della Fender
- Sito web della Xotic
- Sito web della JHS
- Sito web della Boss
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