a cura di Massimo D’Angelo | 5,0 / 5,0 | Tempo di lettura approssimativo: 5 minuti
Keane: ‘Hopes and Fear’ compie 20 anni (e noi lo festeggiamo a modo nostro, con un bel regalo)

Keane: ‘Hopes and Fear’ compie 20 anni (e noi lo festeggiamo a modo nostro, con un bel regalo)  ·  Fonte: Colin Fisher / Alamy Stock Photo

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Ci sono album che nascono perfetti e raccolgono tutto il successo che meritano. Se poi si tratta di un album di debutto, allora il fenomeno merita ancora più rispetto. Capitò 20 anni fa al gruppo Keane, esattamente il 10 maggio del 2004 quando uscì il loro primo album ‘Hopes and Fears’

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È dal 26 aprile di quest’anno (2024) che stanno girando il mondo. Una tournée mondiale per raccogliere, ancora una volta, meritati applausi da ogni angolo del pianeta. Un giro del mondo per riportare sui palchi quella musica che 20 anni fa sorprese tutti gli amanti del rock e che noi di Passione Strumenti vogliamo festeggiare in modo speciale.

Keane – Breve storia della band

I Keane si formano nel 1995 in Inghilterra tra le verdi colline di Battle, nell’East Sussex, portando con sé un’aria di novità nel panorama del rock alternativo inglese. La band, composta dalla voce melodiosa di Tom Chaplin, il talento poliedrico di Tim Rice-Oxley al pianoforte e sintetizzatori, i ritmi di Richard Hughes, subisce una trasformazione con l’uscita del chitarrista fondatore Dominic Scott nel 2001, continuando però a forgiare la loro identità musicale.

Sono noti, infatti, per l’uso delle tastiere come strumento principale invece della chitarra, differenziandosi dalla maggior parte delle altre band della scena rock. L’inclusione di un effetto di pianoforte distorto nel 2006, e vari sintetizzatori, sono una caratteristica comune nella loro musica che ha continuato a svilupparsi nel secondo e terzo album.

Il successo planetario arriva con Hopes and Fears nel 2004, un’opera che non solo scala le classifiche britanniche, ma conquista anche il Brit Award per il miglior album. Questo debutto fu seguito da Under the Iron Sea nel 2006 e Perfect Symmetry nel 2008, entrambi accolti con entusiasmo e confermando la band come un pilastro del rock moderno. Strangeland, pubblicato nel 2012, consolidò ulteriormente il loro status.

Dopo una lunga pausa, i Keane tornano sulle scene con Cause and Effect nel 2019, un album nato dalle esperienze personali di Rice-Oxley. La loro musica, caratterizzata dall’uso distintivo delle tastiere e da arrangiamenti innovativi, ha venduto oltre 13 milioni di dischi nel mondo. Nonostante le sfide, incluso il rinvio del tour a causa della pandemia, i Keane continuano a risuonare nel cuore dei loro fan, eternamente ricordati per il loro contributo unico alla musica.

Nota: nel maggio 2008, sia Hopes and Fears (numero 13) che Under the Iron Sea (numero 8) sono stati votati dai lettori della rivista Q tra i migliori album britannici di sempre. Insieme a loro, solo i Beatles, gli Oasis e i Radiohead hanno due album nella top 20. 

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Somewhere Only We Know – Hopes and Fear

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Somewhere Only We Know, il pezzo che apre l’album Hopes and Fear, è una melodia che evoca la nostalgia e la ricerca di un luogo rassicurante e confortevole. Il testo, carico di emotività, ci conduce attraverso un viaggio introspettivo in cui chi narra riflette sul passare del tempo e sulla necessità di trovare uno spazio sicuro e familiare.

L’inizio della canzone descrive un paesaggio desolato che il narratore attraversa, un luogo che conosce intimamente. La connessione con la natura e la sensazione di completezza vicino al fiume suggeriscono un desiderio di ritornare a uno stato di pace e semplicità. La ripetizione della domanda ‘Oh, simple thing, where have you gone?’ (‘Oh, cosa semplice, dove sei andata?’), sottolinea un senso di perdita, forse dell’innocenza o di un tempo meno complicato nella vita del narratore, che ora si confronta con la complessità e il peso dell’età adulta, probabilmente.

La canzone affronta anche il tema della comunicazione e della connessione umana. Il ritornello ‘And if you have a minute, why don’t we go / Talk about it somewhere only we know?’ (‘E se hai un minuto, perché non andiamo / a parlarne in un posto che conosciamo solo noi?’), invita a condividere un momento intimo in un luogo segreto e speciale, possibilmente un rifugio dell’infanzia o uno spazio dove le preoccupazioni del mondo non possono arrivare.

La ripetizione di questo invito e la menzione che ‘This could be the end of everything’ (‘Questo potrebbe essere la fine di tutto’) suggerisce un’urgenza di aggrapparsi a quei momenti di chiarezza e connessione prima che le circostanze cambino irrevocabilmente. Somewhere Only We Know è un’ode a quei luoghi e momenti che custodiamo nel cuore, quelli che ci offrono conforto nei tempi di cambiamento e ci ricordano chi siamo in essenza.

La band afferma che la loro traccia distintiva è incentrata sulla nostalgia evocata dal guardare indietro alla propria giovinezza: “ci sono molte teorie su Internet riguardo al significato di ‘Somewhere Only We Know’, ma ho sempre pensato che riguardi un luogo in cui siamo cresciuti e il desiderio di qualcosa di puro e semplice,” dice Chaplin in un’intervista del 2019 con The Guardian. “Mia mamma e mio papà gestivano una scuola, e da adolescenti ci sedevamo nei giardini, fumando erba e trascorrendo il tempo: ho sempre pensato a quel luogo quando cantavo la canzone. Per me riguarda noi come amici e una band, crescere insieme.”

Speranze e paure di oggi

Fermiamoci un attimo, guardiamoci intorno: non è forse una canzone perfetta da ascoltare in questi tempi? Tom Chaplin (8 Marzo 1979), Tim Rice-Oxley (2 Giugno 1976) e Richard Hughes (8 Settembre 1975) non avevano compiuto neanche 30 anni quando composero e incisero la canzone. Adesso, vent’anni dopo, sempre più vicini ai 50 anni, la canzone sembra avere ancora più senso.

Per festeggiare un grande gruppo, un grande album e una grande canzone, ci siamo sentiti quasi obbligati a fare loro un regalo, chiedendo al nostro Francesco Di Mauro di mettere il suo talento, le sue emozioni e tutta la sua passione in un assolo di chitarra al servizio di una bella canzone che, dal nostro punto di vista, se lo merita, in questa nuova vita e per i prossimi 20 anni almeno. 

Auguri e salute!

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