a cura di Antonino Fiorentino | 5,0 / 5,0 | Tempo di lettura approssimativo: 7 minuti
Timpani: storia, caratteristiche e come si suonano

Timpani: storia, caratteristiche e come si suonano  ·  Fonte: Unsplash / Marcelo Leal

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I timpani sono percussioni affascinanti, di origine antica. La loro storia secolare li inquadra come strumenti centrali in moltissime culture e generi musicali di rilievo. Affrontiamo, più nello specifico, la loro storia, i contesti in cui vengono utilizzati e le modalità in cui è possibile suonare questo strumento.

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Chi ha inventato e qual è la storia dei timpani nella musica?

Prima di approfondire l’argomento è fondamentale porsi una domanda: cos’è un timpano? Se siete su questo sito web avrete certamente già capito che non stiamo parlando dell’organo appartenente al nostro apparato uditivo….

Ma cos’è un timpano?

Il timpano è un particolare strumento a percussione, appartenente alla classe dei membranofoni (nella fattispecie, alla famiglia dei tamburi), caratterizzato da un particolare fusto in rame, o in altre leghe metalliche, sulla cui estremità è presente una membrana che, percossa tramite battenti (bacchette con imbottitura in feltro all’estremità), produce suoni determinati (cioè suoni che fanno riferimento alle note musicali).

Oggi, ciò è possibile grazie ad una particolare modalità di accordatura a pedale, direttamente collegato a tutte le viti utili a tendere la membrana superiore, che consente di modificare l’accordatura della membrana anche durante l’esecuzione di una esibizione dal vivo e di implementare la particolare tecnica del “glissando”, che prevede la percussione della membrana con l’utilizzo del pedale durante la sua oscillazione libera.

I timpani: nascita e sviluppo

Andando indietro nella storia, risulta complesso associare una persona all’invenzione di tale strumento a percussione. Infatti questi vengono utilizzati in tantissime culture fin dall’antichità.

Le loro radici si possono inquadrare all’interno dell’antica cultura orientale: sono diverse le testimonianze che ci parlano del “tympanon” suonato dai Sumeri. Si diffondono, poi, in Grecia intorno al V secolo a.C., per essere poi trasmessi alla civiltà romana, dove questi strumenti figuravano in occasione di particolari cerimonie o durante funzioni militari.

Durante il Medioevo ed il periodo rinascimentale, la loro forma ed i contesti sociali durante i quali si sfoggiavano questi particolari strumenti “a caldaia” restano più o meno invariati.

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L’età Barocca (XVII secolo) rappresenta un punto di svolta per i timpani che sono soggetti ad un importante sviluppo legato ai sistemi di accordatura, anche perchè, è proprio in questo periodo che iniziano ad essere introdotti nell’ambito della musica d’orchestra. 

A tal proposito, la prima apparizione del timpano nella musica d’orchestra risale al 1607 nell’opera Orfeo di Claudio Monteverdi (anche se spesso è attribuita al musicista francese Lully con la tragedia Thésée nel 1675).

Spesso associato alle trombe, ottiene status di strumento solista al tempo di Beethoven (particolarmente evidente nel secondo movimento della sua Sinfonia n. 9).

Nel XVI secolo, i famosi costruttori tedeschi di timpani introducono i tiranti a vite per regolare la tensione della membrana, mentre nel 1882 sviluppano il primo timpano a pedali, facilitando la variazione dell’intonazione con una pressione del piede.

Oggi, l’impiego dei timpani non è limitato alla sola musica classica: il loro impatto si estende addirittura alla musica pop e rock ed, a tal proposito, sarebbe impossibile non citare i memorabili live dei Queen, durante i quali Roger Taylor metteva in opera emozionanti assoli utilizzando, appunto, questo particolare strumento.  

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Caratteristiche dei timpani: ecco com’è fatto questo strumento

Come già accennato in precedenza, i timpani sono strumenti a percussione costituiti da un guscio a forma di calderone e da una membrana tesa sopra di esso.

Per quanto riguarda il guscio, i materiali utilizzati sono estremamente vari: usualmente vengono utilizzate leghe in alluminio o in rame, ma, i prodotti di qualità eccelsa, vengono progettati con leghe di ottone o di altri materiali pregiati (in genere metalli). La sua forma è, appunto, quella di un calderone, con una parte superiore aperta ed una inferiore, invece, chiusa e le sue dimensioni sono estremamente variabili. Basti pensare che il diametro della superficie superiore può variare da poche decine di centimetri fino a superare ampiamente il metro.

Per quanto riguarda la membrana che occupa la superficie superiore, in passato si impiegavano vere e proprie pelli animali. Oggi si preferisce optare per membrane plastiche che garantiscono una maggiore stabilità rispetto ai fenomeni di variazione termica.

Queste vengono applicate tramite un cerchio “copri-pelle” che viene fissato con uno specifico sistema di viti. Può essere, talvolta, regolato con il fine di modificare l’intonazione dello strumento. A tal proposito, è opportuno dire che molti dei timpani moderni sono dotati di pedale a cambio di tonalità; sistema che prevede l’impiego di un pedale connesso alle viti di fissaggio della membrana, rendendo in tal senso possibile la modulazione della tonalità durante l’esecuzione di brani o di assoli.

Sistemi più rudimentali, invece, non montano alcun pedale, obbligando chi li usa ad eseguire accordature manuali tramite la regolazione di ciascuna vite.

Qual è il suono dei timpani?

Il suono dei timpani, noto per la sua potenza e profondità, da sempre affascina gli appassionati di percussioni e gli ascoltatori più attenti. Queste sonorità vengono caratterizzate da un’unica combinazione di tono ed armoniche, funzione di molteplici variabili come l’accordatura della membrana (cioè la tensione impressa su di essa tramite i sistemi definiti in precedenza), le dimensioni dello strumento ed il tipo di battente utilizzato.

È interessante sottolineare che la gamma di dinamica definita dai timpani in funzione, come citato in precedenza, dell’accordatura è veramente ampia: membrane scarsamente tese producono suoni gravi e profondi mentre, se l’accordatura è caratterizzata da tensioni più elevate, è possibile ottenere suoni piuttosto brillanti ed alti.

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L’attacco e la qualità del suono sono invece definiti dalla tipologia di battente selezionato dal percussionista in relazione alle caratteristiche che questo presenta: una testa in gomma o in altri materiali “morbidi” caratterizza sonorità ovattate, al contrario dei suoni secchi ottenuti con bacchette che montano la testa in legno (e, per tale ragione, scarsamente utilizzate).

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Non è raro imbattersi in musicisti che percuotono o strofinano la membrana con le sole mani ed i risultati sono veramente straordinari ed inaspettati.

La forma a calderone incide sulla dispersione più o meno netta del suono ma è la tecnica del percussionista ed il personale modo di suonare che, come sempre accade, influisce sul suono restituito dallo strumento. Dunque, al contrario di ciò che comunemente si pensa, i timpani sono uno strumento in grado di garantire sonorità varie ed imprevedibili.

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Tipologie di timpani: vediamo meglio le differenze

Quando parliamo di timpani non facciamo riferimento ad un semplice strumento a percussione, bensì ad una vera e propria categoria di percussioni, in cui è possibile individuare moltissimi strumenti diversi tra loro.

Oltre che per i materiali che compongono fusto e membrana, le differenti tipologie di timpani si individuano storicamente in relazione allo scopo per cui si suonava e si suona tutt’ora. 

A tal proposito una particolare tipologia può essere riscontrata nei timpani da marcia o da banda, contraddistinti da leggerezza e compattezza con il fine di facilitarne il trasporto durante, appunto, le marce. Questi ricordano il floor tom (erroneamente chiamato timpano) presente all’interno dei set di batteria, grazia al loro fusto cilindrico.

Sono certamente più noti i timpani orchestrali (o sinfonici) caratterizzati dalle dimensioni e forme tipiche di questi strumenti e dalla possibilità di eseguire glissando con l’eventuale utilizzo del pedale che modifica l’accordatura dello strumento.

Infine sono noti i timpani moderni che, a differenza di quelli sinfonici classici, montano membrane sintetiche ed in materiale plastico e si utilizzano nei contesti delle orchestre contemporanee.

Timpani strumento: come imparare a suonarli, alcuni consigli utili

Lo studio del timpano richiede dedizione, pratica ed un buon approccio metodico. Per i timpanisti neofiti è, dunque, consigliato in primo luogo un approccio profondo alla teoria musicale, con lo studio di note, valori delle note, chiavi ed accordi.

È inoltre fondamentale acquisire padronanza del battente e possedere una giusta dose di tecnica, nonché la corretta postura.

Non basta dunque passare le nottate a studiare manuali di teoria musicale per poter diventare un buon timpanista, ma è necessario fare pratica con esercizi classici di riscaldamento e di controllo del ritmo.

Non trascurare l’ascolto di brani orchestrali che includono questi strumenti e lo studio dei loro spartiti. Questo allenamento aiuta ad inquadrare il timpano all’interno dell’ensemble e ad osservare la tecnica di timpanisti professionisti.

Infine, il consiglio che noi di passionestrumenti.it diamo sempre quando affrontiamo argomenti legati all’apprendimento di qualsiasi strumento musicale è quello di ricercare in ogni caso un riscontro da parte di insegnati e musicisti esperti che possano accrescere nel migliore dei modi la passione verso lo strumento scelto!

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Ulteriori Informazioni sullo strumento dei Timpani:

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