Strumenti a percussione: cosa sono e quali sono gli strumenti
La sezione ritmica è il cuore pulsante di ogni brano e genere musicale. Le percussioni scandiscono il tempo, rappresentando, in tal senso, un elemento imprescindibile in moltissimi contesti di musica live ed in studio di registrazione. Capiamo meglio cosa sono e di quali strumenti si compongono.
Strumenti a percussione: che cosa si intende con il termine percussioni?
Gli strumenti a percussione rappresentano un’enorme categoria di strumenti musicali e si contraddistinguono per la produzione di suoni attraverso la vibrazione di una superficie (spesso chiamata pelle o membrana) dovuta all’esecuzione di colpi definiti con mani, bacchette, battenti ed altri elementi utili a tale scopo. Questa categoria include, appunto, una varietà di strumenti come batterie, timpani, tamburi, marimbe, piatti, congas e molti altri ancora (che analizzeremo in seguito più nello specifico). L’elemento comune tra di essi è l’uso della percussione, cioè il movimento, o vibrazione, di una specifica parte dello strumento con il fine di creare suoni ritmici. Troviamo strumenti a percussione in moltissime culture e tradizioni musicali di tutto il mondo: svolgono, dunque, un ruolo cruciale nella creazione di ritmo, dinamica e colore timbrico. La loro versatilità li rende fondamentali in una vasta gamma di generi musicali, dall’orchestra classica alla musica pop, dal jazz alle musiche tradizionali etniche.
Quali sono le tipologie di strumenti a percussione esistenti?
Gli strumenti a percussione sono praticamente infiniti e sarebbe impossibile affrontare l’analisi di ciascuno di questi in un singolo articolo. Ogni differente strumento, in funzione della sua composizione e materiali, è in grado di creare suoni particolari ed unici.
Possiamo, però, elencare i tipi di strumenti a percussione più popolari ed usati. Tra i più comuni e noti troviamo, ovviamente, le batterie: strumenti caratterizzati da tamburi, piatti e percussioni varie, utilizzate tantissimo in generi come il rock ed il pop (e non solo…). I timpani invece rappresentano l’insieme di strumenti a percussione in grado di produrre suoni melodiosi e con presenza solenne. È noto il loro impiego all’interno delle orchestre sinfoniche.
I tamburi, inclusi quelli da marcia e quelli a fusto, sono utilizzati in una vasta gamma di contesti musicali, da bande militari a gruppi folk. Gli strumenti a tastiera, come le marimbe e i vibrafoni, sono noti per caratterizzare suoni melodici ed armonici, mentre le percussioni etniche (congas, djembe e tabla) sono ottimi per creare magnifiche ambientazioni etniche, appunto, e ritmi tradizionali.
È essenziale, parlando di percussioni, definire inoltre le due differenti categorie in cui questi possono essere distinti: membranofoni e idiofoni.
Membranofoni
Come suggerisce il nome stesso, i membranofoni sono strumenti a percussione dotati di una membrana tesa che, vibrando, emette un suono. Basta pensare al suono emesso dalla vibrazione delle membrane dei tamburi presenti nei set di batterie.
Oltre alle tipologie più comuni di membranofoni, è importante citare il djembe africano e il taiko giapponese, strumenti etnici il cui fusto ha forma cilindrica e la membrana è fissata nella parte superiore di quest’ultimo.
Idiofoni
Al contrario dei membranofoni, gli idiofoni definiscono un suono per effetto della vibrazione del corpo stesso dello strumento (non montano alcuna membrana vibrante). Un esempio lampante è rappresentato dai piatti presenti nei set moderni di batteria. Tali strumenti vengono percossi in corrispondenza del proprio corpo e, vibrando, definiscono suoni con caratteristiche ben distinte in relazione alla conformazione ed i materiali di cui sono composti.
Meno comuni, ma comunque molto usati, per questa categoria di strumenti sono le campane ed il triangolo. In ambito della musica etnica/tradizionale, invece, sarebbe impossibile non citare il gong e le maracas (strumenti a percussione caratterizzati da “palline” di differenti dimensioni che contengono particelle al loro interno che, muovendosi, producono particolari suoni colpendo la superficie interna dello strumento).
Nell’ambito degli idiofoni, gli strumenti a percussione, probabilmente, più particolari ed affascinanti sono gli xilofoni ed i vibrafoni. Questi strumenti sono in grado di produrre suoni percuotendo i molteplici tasti in metallo o in legno. La particolarità di questi strumenti è la propensione a definire suoni melodici, al contrario di molti strumenti di questo tipo in cui l’aspetto della melodia viene posto in secondo piano, prediligendo, usualmente, la ritmica.
Percussioni: ecco gli strumenti a percussione più utilizzati
Fino ad ora abbiamo definito gli strumenti a percussione, scomponendoli nelle specifiche categorie di appartenenza e studiando i generi e le culture a cui ciascuno di essi appartiene.
Sì, esiste un’infinità di strumenti a percussione: alcuni di questi, però, vengono usati nella cultura più popolare e globalizzata, oltre che in generi musicali diffusi in tutto il mondo.
Capiamo quali sono e vediamo qualche curiosità:
La batteria
Questo è sicuramente lo strumento più in voga tra i percussionisti.
Può essere definita come un agglomerato di tamburi di dimensioni diverse e piatti di ogni tipo. Per tale ragione è uno dei pochi strumenti a percussione ad essere composto sia da membranofoni che da idiofoni. Il rullante è un tamburo che, grazie alle corde metalliche poste in corrispondenza della membrana risonante, genera un suono decisamente acuto. I tom, il timpano e la grancassa definiscono suoni tanto più gravi quanto più è grande il loro diametro.
Per quanto riguarda i piatti, si può definire ancora una distinzione legata al diametro ed allo spessore di questi: individuiamo il ride, il crash, lo splash e il charleston (caratterizzato da due piatti montati su di un’asta, il cui suono è generato, anche, dal colpo reciproco tra i due piatti).
Il cajon
È uno strumento che ha preso piede negli ultimi tempi per via della sua estrema versatilità. Infatti è perfetto per esibizioni con strumenti acustici, essendo caratterizzato da una presenza meno marcata rispetto alle batterie.
Ha una particolare forma scatolare in legno e, percuotendo la superficie con mani o particolari bacchette (spazzole e battenti), definisce sonorità acute (colpendo la superficie superiore in cui è posta una rete metallica) o gravi (se, invece, viene invece colpita la superficie inferiore, per effetto della risonanza della cassa armonica).
Il bongo
“I’m the king of bongo” canta Manu Chao.
Lo strumento etnico di cui stiamo parlando nasce in culture musicali tradizionali, come quelle africane e quella cubana, ma, oggi, viene utilizzato in moltissimi generi grazie al suo suono unico ed alla capacità di riempire ritmicamente un brano senza risultare preponderante rispetto al resto del contesto sonoro.
È formato da due piccoli tamburi in legno di diametri differenti, su cui sono applicate particolari membrane, suonate principalmente con le mani.
Percussioni e strumenti musicali: scopri tutto grazie al supporto di Passionestrumenti
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